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L’ascesa al Monte Kinabalu è un’esperienza inimitabile che permette di raggiungere, a piedi e senza attrezzature, la cima del monte più alto della Malesia a 4095 mslm. Tanta natura e panorami mozzafiato degni delle Avventure con la A maiuscola!
Il Monte Kinabalu (Gunung Kinabalu) con i suoi 4095 m è la montagna più alta della Malesia. Si trova nella regione del Sabah che, insieme alla regione del Sarawak, costituiscono il Borneo malese. Il Borneo è di per sé una garanzia: natura, spiagge, fiumi, foreste pluviali e tanti animali in uno degli ecosistemi più ricchi (e più minacciati) al mondo.
Fare l’ascesa al monte Kinabalu vuol dire essere disposti a intraprendere una salita continua, ma mai troppo ripida. Lo sforzo verrà ripagato da un’alba dai colori equatoriali, con la vista che si potrà estendere fino alle Filippine nei giorni più limpidi.
L’esperienza è ben organizzata e si integra molto bene in un viaggio di più lunga durata perché la località è facilmente raggiungibile (poco più di 2 ore dalla città di Kota Kinabalu, principale punto di snodo del Sabah) e perché il trekking si completa in un giorno e mezzo, con la possibilità di spostarsi verso la nuova destinazione già nel pomeriggio del secondo giorno.
Il Monte Kinabalu fu scalato per la prima volta da Hugh Low nel 1851 (ma senza arrivare in cima); finalmente nel 1888 la vetta più alta fu raggiunta e intitolata a Low (Low’s Peak). Il Mount Kinabalu National Park è stato istituito nel 1964 ed è Patrimonio dell’Umanità dal 2000.
Le pendici del monte sono caratterizzate da un clima tropicale di montagna (a 1500 mslm si registra una media di 2700 ml di pioggia all’anno) e costituiscono uno degli ecosistemi più importanti del mondo, con 6000 tipi di piante, 326 specie di uccelli e più di 100 mammiferi a oggi scoperti. E’ il clima ideale per la rafflesia, il fiore più grande del mondo (fino a oltre 90 cm di diametro). I fiori più comuni sono invece le orchidee. Molte specie sono endemiche: delle 600 specie di felci, almeno 50 vivono esclusivamente lì. Un’altra pianta tipica della zona è la carnivora la Nepenthes Rajah, che uccide le sue prede annegandole in borse di liquido enzimatico.
La fauna è composta da scoiattoli di montagna, buceri, serpenti, rane, ma anche grandi scimmie come l’orangutan (pochissimi esemplari sono però presenti nella zona del Kinabalu). Tra gli invertebrati, merita una citazione la sanguisuga rossa gigante del Kinabalu.
La cima del Kinabalu è di fatto un grande blocco di granito. Si tratta di una montagna piuttosto giovane (10 milioni di anni) e cresce ancora di circa 5mm all’anno…!
L’ascesa al Monte Kinabalu si può intraprendere senza bisogno di attrezzature poiché non presenta particolari difficoltà, ad eccezione dell’importante dislivello da coprire. E’ attrezzato con 2 rifugi nella località Laban Rata, a 3266 mslm.
Solo 135 permessi sono emessi ogni giorno e bisogna obbligatoriamente essere accompagnati da una guida autorizzata. Il percorso fino a Laban Rata è ben attrezzato con 7 punti di sosta dotati di WC e raccolta spazzatura. Acqua potabile non filtrata è disponibile in quasi tutti i ripari. Il percorso da Laban Rata per la vetta è meno attrezzato ma comunque ben gestito. In alcuni punti è disponibile una corda per aiutarsi a salire, e poi a scendere, la lastra di granito comunque non scivolosa o eccessivamente ripida. In alternativa, si può optare per due vie ferrate accessibili di ritorno dalla vetta.
Timpohon Gate (1839 mslm) – Laban Rata (3266 mlsm)
Distanza: 6.7 km
Inclinazione media: 21%
Ascesa: 1429 m
Discesa: 29 m (le scale all’ingresso e poco più)
Il primo giorno di ascesa al Monte Kinabalu normalmente inizia alle 9 di mattina. Si inforca il percorso in continua salita verso Laban Rata, intervallato dai 7 punti di riparo. Lungo il percorso sono state installate anche piattaforme per l’elisoccorso per le situazioni di emergenza. L’ascesa è continua ma non eccessivamente dura. Il tutto è compensato da un percorso non eccessivamente lungo che permette di arrivare a Laban Rata verso le 3 di pomeriggio.
Laban Rata è una località composta esclusivamente da due rifugi e da alcune strutture di appoggio. Il rifugio principale, dove vengono alloggiati tutti i camminatori che non optano per la via ferrata del giorno dopo (scelta comunque da fare al momento della prenotazione), è molto accogliente e ben gestito. La sala, che funge anche da sala da pranzo, è attrezzata con tavoli e una bellissima vetrata con balcone sul panorama sottostante. Il ristorante serve la cena (buffet) verso le 6 di sera ma durante il resto del tempo è possibile ordinare snack e bibite al bar. Le camere, al secondo piano, sono per la maggior parte da 4 o 6 letti, con bagni in comune. L’acqua calda è molto rara perché è riscaldata con i pannelli solari e il sole è poco presente. Nonostante l’altitudine, le temperature sono normalmente molto gradevoli, almeno all’interno. I letti sono completi di lenzuola e asciugamani, quindi non è necessario portare sacchi a pelo.
Alle 8 di sera le luci si spengono, è tempo di riposare in vista dello sforzo del giorno dopo.
Laban Rata (3266 mslm) – Low’s Peak (4095 mslm) – Laban Rata (3266 mslm)
Distanza: 2 km solo andata
Inclinazione media: 27%
Ascesa: 805 m
Discesa 11 m
La sveglia per l’ultimo tratto di ascesa al Monte Kinabalu è prevista alle 1:30 di mattina. Rapida colazione e alle 2 si parte per il Low’s Peak. Le guide sono ben organizzate e le partenze sono scaglionate, dando di solito la precedenza a chi il giorno prima ha mostrato meno difficoltà nell’ascesa.
Per questo tratto di ascesa, di soli 2 km, è indispensabile dotarsi di luci frontali per poter camminare agevolmente. Bacchette da trekking sono inoltre consigliate. Il percorso è battuto ma è presente un solo punto di appoggio, alla base della cima, dove la vostra guida registrerà il passaggio. L’ultimo tratto è praticamente una lastra di granito che comunque permette una buona presa con gli scarponi e non rappresenta un pericolo, almeno in condizioni climatiche normali. Per indicare la strada, è stesa sul terreno una corda bianca da seguire fino in cima.
La cima è piuttosto ampia, e quindi permette a tutti di poter ammirare l’alba senza troppi problemi. Le temperature qui possono essere più basse, ma raramente si scende sotto i 5 gradi.
Una volta apprezzati adeguatamente i colori dell’alba, inizia la discesa, con le temperature che iniziano rapidamente a salire (vestirsi a strati!). Una volta arrivati a Laban Rata vi verrà offerta una sostanziosa colazione in vista della discesa verso Timpohon Gate, il punto di partenza del giorno prima.
Chi dovesse optare per la via ferrata, l’esperienza inizia dopo l’alba e prevede di raggiungere Laban Rata per un’altra via, appunto, ferrata. I posti sono limitati a 35 partecipanti.
Laban Rata (3266 mlsm) – Timpohon Gate (1839 mslm)
Distanza: 6.7 km
Ascesa: 29 m
Discesa: 1429 m
Una volta arrivati a Laban Rata e rifocillatisi, inizia la discesa. Mai sottovalutare una scala che scende: affidatevi a resistenti bacchette e tenete il vostro ritmo, le ginocchia vi ringrazieranno.
Il rientro a Timpohon Gate è di solito per l’ora di pranzo. Vi verrà quindi dato un certificato a dimostrazione del risultato raggiunto e verrete indirizzati verso la vostra prossima meta.
L’unico modo per prenotare l’ascesa al Monte Kinabalu è via agenzia. Ci sono 2-3 agenzie che hanno di fanno il monopolio dei posti disponibili (che ricordiamo sono solo 135 al giorno). I pacchetti proposti comprendono di solito il pernottamento il giorno prima della partenza, l’ascesa con la guida (gruppi privati, nel senso che la guida accompagnerà solo voi), il pranzo al sacco per il primo giorno di ascesa, il pernottamento a Laban Rata con cena e colazione inclusi, il pranzo del secondo giorno presso le strutture del parco (di solito un pranzo buffet). Il pacchetto comprende anche l’attestato di partecipazione e una copertura assicurativa essenziale.
Trattandosi di un numero di posti molto limitato, è opportuno prenotare con ampio anticipo, anche di mesi. Le agenzie hanno di solito un calendario online con le disponibilità giornaliere, ma vale la pena verificare caso per caso.
Ai pacchetti base è poi possibile aggiungere altre attività prima e dopo l’ascesa (v. Cos’altro fare) e i trasferimenti da/per Kota Kinabalu o altre località del Borneo.
La guida sarà più che altro un controllore: verificherà che non siate troppo in affanno e che il passo sia adeguato per non arrivare in cima sfiniti, complice anche l’altitudine. Sarà inoltre la guida a informarvi delle condizioni atmosferiche e, nel caso, a non farvi salire in caso di eccessivo maltempo: esistono infatti pochi giorni all’anno in cui la cima è chiusa per maltempo. In ancora più rare occasioni, l’intero percorso può essere off limits per ragioni di sicurezza. In questi casi normalmente le agenzie organizzano attività alternative, in ogni caso verificate la loro politica in caso di maltempo prima di confermare il viaggio.
Trattandosi di un’esperienza di poco più di 24 ore, uno zaino da 30 litri può essere sufficiente.
L’ideale è vestirsi a strati: pantaloni rigorosamente lunghi (anche se le sanguisughe non sono un grande problema perché non vivono di solito a quote così elevate), buone scarpe da trekking comode, con una buona presa e impermeabili, maglietta tecnica, felpa in tessuto tecnico e giacca a vento impermeabile. In condizioni atmosferiche normali, le temperature non vanno sotto i 15 gradi per tutto il primo giorno, mentre la mattina successiva il vento può abbassarle fino a 4-5 gradi. E’ bene comunque essere preparati a condizioni meno ottimali portando con sé anche attrezzatura per la pioggia.
Le bacchette da trekking possono essere utili per ridurre lo sforzo sulle ginocchia. La luce frontale è molto importante per il secondo giorno.
Il rifugio di Laban Rata è attrezzato con lenzuola, coperte e asciugamani, non è quindi necessario portare sacchi a pelo.
E’ d’obbligo una macchina fotografica per poter immortalare l’alba da 4095 m!
Il periodo migliore per raggiungere la cima del Kinabalu va da Febbraio ad Aprile: in questi mesi il rischio di pioggia è minimo.
Il periodo peggiore va invece da Ottobre a Gennaio, quando il monsone nord-orientale porta solitamente abbondanti piogge. In questi mesi è probabile che la cima sia periodicamente chiusa per maltempo.
Negli altri mesi il tempo è accettabile, con un relativo rischio di pioggia, che però non costituisce di solito un ostacolo all’esperienza.
Il Borneo è la terza isola maggiore al mondo e la più grande dell’Asia. Il grado di biodiversità del Borneo è uno dei più alti al mondo e si stima che la foresta pluviale abbia circa 140 milioni di anni, una delle più antiche (rischi di conservazione a parte…). Il Borneo ospita migliaia di specie di animali e piante, alcune non ancora scoperte.
Il Borneo è politicamente diviso tra tre stati: il Borneo malese, il Borneo indonesiano e il Brunei.
Il Borneo malese è una zona molto ricca di attività che possono facilmente riempirvi un’intera vacanza. Si va nel Borneo per la natura, per lo sport e per i paesaggi, mentre le città sono solamente dei punti di passaggio.
Si può comodamente abbinare l’ascesa al Monte Kinabalu con una vacanza in Malesia continentale, grazie ai frequenti collegamenti con l’aeroporto di Kota Kinabalu, a circa 2 ore e mezza di auto dal Kinabalu National Park. Per qualche idea per una vacanza di Malesia continentale, date un’occhiata al nostro vecchio post Taman Negara National Park.
Il Borneo malese è composto da due regioni, il Sabah, in cui si trova il Monte Kinabalu, e il Sarawak. Una delle attività più apprezzate nel Sabah è visitare i centri per la tutela di molti animali purtroppo in pericolo. Sepilok è famoso per il suo centro specializzato negli orang-utan. A poche ore di distanza, è inoltre possibile addentrarsi nella foresta e vedere gli oranghi nel loro ambiente naturale, insieme a scimmie nasute, coccodrilli e tanti altri animali esotici. Le zone a interesse naturalistico sono attrezzate con alberghi spesso accessibili solo via fiume che vi faranno vivere un’avventura da veri esploratori! E’ questo il caso della zona del fiume Kinabatangan, della Danum Valley e del Maliau Basin.
Gli amanti del mare possono invece spingersi fino al Tip of Borneo, a nord, o all’Arcipelago di Semporna, a est.
Gli spostamenti si fanno normalmente via aereo: i biglietti aerei sono economici e i voli molto frequenti. Per i tragitti più brevi invece potete ingaggiare un’auto con autista o, se pensate di muovervi in autonomia in un’area non troppo vasta, potete valutare di guidare voi stessi un’auto a noleggio (previo ottenimento in Italia della patente di guida internazionale). Nonostante i locali parlino malese tra loro, l’inglese è molto diffuso e le indicazioni sono normalmente in entrambe le lingue.
Semplicisticamente parlando, tutto il Borneo è in pericolo di conservazione a causa della deforestazione. Per decenni intere aree di foresta sono state gradualmente estirpate e sostituite con piantagioni. Le piantagioni hanno portato un relativo benessere economico ma spesso è mancata la pianificazione e la sostenibilità ambientale necessari per una convivenza adeguata tra uomo e Natura. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Questioni politiche a parte, il turismo può contribuire a una maggiore sensibilizzazione dei governanti e della popolazione civile che porti a una tutela delle aree naturali. In pratica, se le aree naturali rendono (grazie al turismo), c’è meno interesse a sostituirle con piantagioni di palma (che ha bisogno di ampissime zone per generare un vero rendimento). Inoltre lo sviluppo del turismo sostenibile permette la creazione di figure professionali locali qualificate e che escono quindi dal sistema delle piantagioni.
Ancora una volta, quindi scegliere un certo paese, e un certo tipo di turismo, può avere un impatto significativo. In cambio porterete a casa ricordi indelebili e fotografie da fare invidia!
Writers APIEDIPERILMONDO - Siamo Flavia & Simone e viviamo in Cina da 8 anni dove lavoriamo, viaggiamo e camminiamo. Siamo appassionati di Asia e abitando qua possiamo viaggiare in lungo e in largo attraverso deserti sconfinati, città caotiche, montagne altissime, campi di tè verde smeraldo e albe silenziose. Pur vivendo in una città da 23 milioni di persone, appena possiamo rallentiamo l’andatura e cerchiamo di apprezzare i dettagli e i piccoli piaceri, e il trekking ci permette di farlo nella maniera da noi preferita.
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