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Trekking in Malesia nelle foreste pluviali: il Taman Negara

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La Malesia offre opportunità di viaggio uniche: storie, spiagge da sogno e, soprattutto, natura a perdita d’occhio. Un trekking in Malesia ti riserverà molte sorprese.

La Malesia e’ una destinazione che si presta a molti tipi di viaggio. Ha le spiagge, bellissime e paradisiache, ha le citta’, ricche di storia e di cultura, e ha soprattutto tantissima natura, in alcuni casi incontaminata. Il clima tropicale rende il paese adatto ad essere visitato durante tutto l’anno, aspettatevi temperature costantemente elevate e piogge quotidiane che danno un po’ di respiro. E’ proprio l’abbondanza di umidita’ e di acqua che permettono alla vegetazione di crescere lussureggiante e rigogliosa. L’ideale e’ quindi programmare una vacanza che permetta di assaporare tutti i lati della Malesia, a partire dai suoi parchi.

Opzioni di trekking in Malesia

Arrivando in Malesia in aereo la prima cosa che salta all’occhio e’ l’abbondanza di verde. Il paese infatti ospita ben 30 parchi nazionali, divisi tra la penisola e il Borneo malese. La Malesia offre diverse destinazioni adatte al trekking che permettono a chi visita il paese di entrare veramente in contatto con la natura, vera protagonista.

Restringendo il campo a quelle località di maggiore interesse per un turista internazionale, le destinazioni sono tre:

  • due nella penisola – Cameron Highlands e Taman Negara National Park
  • il Borneo malese.

Cameron Highlands e’ una zona collinare più elevata rispetto al resto della Malesia che ha offerto per molto tempo frescura agli inglesi di Kuala Lumpur. L’architettura della zona infatti e’ tipicamente inglese (case bianche con inserti in legno, caminetti e moquette ovunque). La vera attrattiva della zona sono pero’ i campi da te’ piantati appunto dai britannici e ancora un’importante fonte di reddito. Trattandosi di una zona immersa nella natura e’ l’ideale sfondo per camminate tra camelie, folti boschi e… cottage inglesi!

Il Borneo malese merita un viaggio a se’: le opzioni di trekking sono molte e culminano nell’ascesa al Monte Kinabalu (leggete i nostri prossimi articoli per saperne di più!).

La foresta pluviale del Taman Negara National Park: un’opzione di trekking in Malesia

Il Parco Nazionale Taman Negara rappresenta una delle tre opzioni di trekking in Malesia più interessanti. Comprende le montagne Titiwangsa, ed è stato fondato nel 1938 con il nome di Parco Nazionale Re Giorgio V, per essere poi rinominato Taman Negara (“parco nazionale” in malay) dopo l’indipendenza.

Ricopre un’area di 4.345 Km² divisi tra 3 stati (Pahang, Terengganu e Kelantan) ma solo il 15% del parco e’ accessibile, il resto e’ il regno degli animali!

Con oltre 130 Milioni di anni, è considerato erroneamente la foresta pluviale più antica del mondo: e’ sicuramente più vecchia dell’Amazzonia, ma molto probabilmente il primato mondiale di anzianità appartiene alla foresta pluviale Daintree nel Queensland (Australia).

Il parco include la cima più alta della Malesia continentale, il Monte Tahan (2.187 mslm) e ospita animali come la rarissima tigre della Malesia, l’altrettanto raro elefante indiano e il macaco. Tra gli uccelli, troviamo l’onnipresente bucero.

Ospita inoltre 1400 specie di piante, tra cui orchidee, felci e la famosa rafflesia. E’ bagnato da due fiumi il Sungai Tembeling, fangoso e impetuoso dopo le piogge, e il placido e affascinante Sungai Tahan, affluente del primo.

La temperatura media annuale e’ di 27 gradi e la stagione delle piogge dura da ottobre a gennaio.

Il parco e’ abitato da circa 1500 aborigeni dell’etnia Batek e dell’etnia Semokberi. Sono nomadi che si dedicano prevalentemente alla caccia. Gli europei li hanno “notati” per la prima volta nel 1878. Appartengono al gruppo chiamato dei Negrito, ovvero un’etnia di confermata origine africana (come e’ chiaro dai loro tratti fisici).

Trekking in Malesia

Il Taman Negara e’ accessibile dal villaggio di Kuala Tahan via barca (5 min di traversata del Sungai Tembeling). Le partenze sono frequentissime. All’interno del parco, all’ingresso, e’ presente l’unico albergo.

Il parco e’ ben organizzato con il suo centro di accoglienza dotato di biglietteria, luogo di ristoro e negozio di generi alimentari e non. Presso la biglietteria (e tramite l’hotel) e’ possibile ingaggiare una guida (indispensabile) autorizzata. La ricerca di una guida sul posto e’ consigliabile solo se pensate di trattenervi nel parco (pernottamento all’hotel o nelle pensioni di Kuala Tahan) per almeno una notte perchè le guide di solito vengono rese disponibile per il giorno seguente. Se invece pensate di visitare il parco solo in giornata valutate bene cosa fare e ingaggiate una guida in anticipo. E’ altamente consigliato comunque fermarsi a dormire nel parco per poter approfittare della natura circostante e per poter intraprendere percorsi più lunghi e impegnativi.

L’attrazione del parco adatta a tutti, e che tutti scelgono, e’ la Canopy Walkway che si trova a 2 km dall’ingresso: un sistema di ponti tibetani sospesi a 45 m di altezza per 510 m di lunghezza che permette di camminare all’altezza delle fronde degli alberi, sospesi sulla giungla.

Il progetto e’ stato realizzato nel 1992 ed e’ oggi il Canopy Walkway di questo tipo più lungo al mondo. E’ piacevole e vale la pena provarlo. Se pensate di limitarvi a questa attrazione, non e’ necessario prevedere una guida.

Trekking in Malesia

Il parco è unico sia camminando lungo i suoi percorsi sia ammirandone la vegetazione dai corsi d’acqua che lo attraversano. E’ quindi d’obbligo abbinare al trekking il ritorno alla base in barca (la vostra guida, se informata per tempo, saprà gestire questa vostra esigenza). Le barche sono piccole piroghe da 2-3 persone che scivolano leggerissime sull’acqua resa castana e cristallina dai tannini rilasciati dai rami che vi si immergono. Non e’ raro vedere qualche scimmia saltare da un ramo a un altro mentre si naviga lentamente.

Potrete concordare con la vostra guida il percorso che preferite fare (anche in base all’agibilità del terreno, a volte reso impraticabile dalle piogge). Una destinazione molto valida sono le rapide di Lata Berkoh, a circa 12 km dall’ingresso del parco.

I percorsi sono di lunghezza variabile, di solito tra i 10 km e i 20 km. Il dislivello e’ normalmente poco rilevante anche se mai nullo.

La temperatura e’ molto elevata e questo costituisce forse la difficolta’ maggiore, insieme alle sanguisughe, simpatici animaletti che si attaccheranno alle vostre gambe, scarpe, pantaloni. L’unica alternativa e’ sopportarli e rimuoverli con un colpo secco, ignorando il sangue che sgorgherà dalla puntura. Pensate che c’e’ gente che paga per essere sottoposto a terapie rigeneranti di questo tipo…! Esistono gambali che proteggono da questi attacchi ma il caldo può scoraggiare a provarli. Fa parte anche questo dell’esperienza!

Il Taman Negara offre anche un’opzione di trekking di più giorni: l’ascesa al Monte Tahan in 4-7 giorni a seconda del percorso scelto. In questo caso e’ indispensabile organizzarsi con largo anticipo per poter coinvolgere una guida adatta e prepararsi con le dovute provviste e attrezzature.

Quando andare

Pioggia. La Malesia e’ verde per un motivo: piove. E’ pero’ una pioggia che serve, per spezzare le giornate assolate e calde, e che non rovina la vacanza. Nonostante le precipitazioni siano una costante, ci sono dei periodi dell’anno in cui piove di più: da dicembre a febbraio sulla costa orientale.

Il periodo ideale e’ da Marzo a Giugno, quando entrambe le coste sono risparmiate dalle piogge più insistenti. In ogni caso non avrete mai freddo in Malesia, ad eccezione forse di qualche zona più elevata soggetta a temperature più piacevoli. Anche il caldo tropicale e’ pero’ parte dell’avventura!

Cosa vedere

Dopo aver fatto qualche giorno di trekking in Malesia, sono tante le cose da vedere in questo grande Paese.

Innanzitutto, la penisola malese e’ a misura di auto. La patente internazionale emessa in Italia consente di guidare nel paese senza problemi e questo vi darà molta libertà in termini di spostamenti e orari.

E’ molto probabile che il vostro viaggio inizi e finisca a Kuala Lumpur, la capitale, dove e’ consigliabile passare almeno un giorno intero. Si tratta di una città molto verde ma più caotica della media locale. E’ ricca di storia anche se il suo simbolo sono le moderne Petronas Towers, che dominano lo skyline. Tra le attrazioni da non perdere: le Petronas Towers, Mardeka Square, Central Market e le grotte Batu appena fuori città.

A poche ore di auto da KL e’ possibile raggiungere interessanti località che meritano una visita:

  • A sud ovest troverete Malacca, capitale culturale della Malesia. Il centro storico e’ punteggiato di abitazioni in stile Peranakan e il cuore della citta’ e’ rappresentato dai resti della dominazione dei portoghesi, che rimasero qui per 130 anni tra il XVI e il XVII secolo: lasciarono una chiesa e un forte di grande interesse turistico. Fanno ormai parte del panorama cittadino i rumorosi e luminosissimi riscio’ alla caccia di passeggeri.
  • A nord ovest invece vale la pena fermarsi qualche giorno sull’isola di Penang, che tra l’altro ospita anche belle spiagge e un parco naturale niente male. L’attrattiva principale di Penang e’ Georgetown, cuore storico dell’isola.

Sia a Malacca che a Georgetown può essere interessante pernottare in un edificio storico, spesso una casa di qualche mercante o di qualche colono inglese ora trasformata in un piccolo albergo.

  • Per poter recuperare le fatiche e tornare a temperature piu’ accettabili si consiglia di passare un paio di giorni a Cameron Highlands (v. Opzioni di trekking in Malesia), anche solo per una visita alle piantagioni di the e un cestino di fragole, vera specialità locale.
  • Le spiagge piu’ ambite sono per la maggior parte lungo la costa orientale. Le migliori secondo molti sono le isole Perhentian, a nord, e le isole Tioman, a sud. Sulla costa occidentale e’ una valida opzione l’isola Langkawi nell’estremo nord a ridosso della Thailandia.

Il Borneo merita appunto un viaggio a parte e quindi vi invitiamo a leggere i nostri prossimi post!!

Qualche informazioni sulla Malesia

La Malesia e’ un paese tropicale, a poche centinaia di km dall’equatore, abitata da 30.000.000 di persone. Uno degli aspetti più interessanti della Malesia è la sua multiculturalità. 

La popolazione appartiene prevalentemente a tre gruppi etnici: i malesi (61,4%), i cinesi (24,6%) e gli indiani (7,1%). Tra le minoranze (6,9%), i cinesi Peranakan (cinesi dello stretto) sono i più numerosi. Le lingue parlate e i dialetti sono più di 100.

Dal punto di vista religioso, i malesi sono musulmani per nascita ma rimangono molto legati alle tradizioni locali e ai kampung (villaggi) di origine, dove gli anziani hanno un ruolo di capi ed esiste ancora la figura dello pawang (sciamano).

La Malesia è ufficialmente un paese musulmano, caratteristica che influenza molti aspetti della vita quotidiana (per esempio le banche e gli uffici pubblici sono chiusi per due ore di venerdi’ per la preghiera). Vige la inoltre la Syariah (sharia in malese). In passato le feste religiose erano frequentate da praticanti di vario credo, ma negli anni questo e’ diventato purtroppo sempre meno frequente.

I cinesi arrivarono nella penisola a partire dal XV secolo soprattutto dal Fujian (provincia costiera cinese di fronte a Taiwan), dal Guangdong (provincia di Canton, confinante con Hong Kong) e Hainan (provincia insulare meridionale).

I cinesi Peranakan (trad. “discendenti“) sono i discendenti degli immigrati che arrivarono dalla Cina a partire dal XVI secolo sistemandosi a Malacca, Penang e Singapore e sposarono donne malesi. Si può dire che abbiano ereditato il nome e la religione dai padri mentre le tradizioni, la lingua e gli abiti dalle madri. Erano solitamente ricchi mercanti che potevano permettersi ampie abitazioni dipinte con colori brillanti e arredate con mobili intagliati (da non perdere quelle del centro storico di Malacca).

Nel XIX secolo entrarono in stretti rapporti con gli inglesi e, soprattutto gli uomini, iniziarono a portare abiti occidentali. Parlano un dialetto proprio di difficile comprensione anche per i malesi.

Gli indiani sono di origine hinduista, musulmana, sikh e cristiana. La maggior parte sono Tamil (dalla provincia indiana Tamil Nadu di tradizione hindu). Gli indiani sono in gran parte impiegati come manodopera a basso costo, anche se esiste una minoranza anglofona attiva soprattutto nel commercio.

Gli indigeni malesi sono conosciuti come Orang Asli (trad. “popolo originale“), ormai limitati a circa 150.000 persone, l’80% delle quali vive in poverta’ (a livello nazionale, l’8,5% della popolazione vive in poverta’). Sono australoidi e si ritiene siano tra i gruppi etnici piu’ antichi del Sud-Est asiatico.

Questo mix di etnie influenza ovviamente anche la cucina locale, di ispirazione indiana, cinese e sud-est asiatica. A parte la frutta tropicale freschissima, disponibile ovunque, bisogna assolutamente provare le centinaia di pietanze offerte dai venditori di strada, una vera caratteristica diffusa in tutto il paese. Kuala Lumpur e’ sicuramente una buona base di partenza per scoprire tutte le sfumature della cucina malese!

Cenni storici

La storia della Malesia e’ legata a doppio filo alla sua posizione strategica tra l’Europa, l’Estremo Oriente e il Sud Est Asiatico. Nei secoli si susseguirono indiani, buddhisti di Sumatra, commercianti musulmani e cinesi (a partire dal XIV secolo).

Tra le città, Malacca acquisì presto un ruolo unico per la sua posizione a difesa dell’omonimo stretto. Divenne il fulcro degli scambi commerciali tra India e Cina e si impose sugli altri. Nel Cinquecento arrivarono i portoghesi, seguiti dagli olandesi (poi trasferitisi in Indonesia) e infine gli inglesi (che fondarono a Penang la base operativa della Compagnia delle Indie Orientali).

Nel 1824, inglesi e olandesi firmarono un trattato che definiva le sfere di influenza nella regione: agli olandesi andava l’Indonesia, agli inglesi Penang, Malacca, Dinding e Singapore (i cosiddetti Straits Settlements). Con il tempo pero’ i settlements divennero vere e proprie colonie, riunite poi negli Stati Federali Malay (1896), governati da rappresentanti dell’Inghilterra.

Dopo la parentesi giapponese (dal 1941 al 1945 Tokyo conquisto’ l’intera penisola uccidendo miglia di persone tra occidentali, cinesi, comunisti e intellettuali), gli inglesi iniziarono a dare più peso alle richieste di indipendenza locali: l’Unione Malesiana (1946) fu presto convertita nella Federazione della Malaya (1948) che ristabilì le prerogative dei sultani.

L’indipendenza formale arrivo’ nel 1957. Il nuovo stato federale comprendeva anche Singapore (ma ne usci’ nel 1964 perché non voleva estendere ai malesi i privilegi costituzionali acquisiti).

La difficolta’ di convivenza tra malesi e cinesi era molto sentita anche nel resto della penisola. I cinesi non accettavano la predominanza malese nelle istituzioni, mentre i malesi non accettavano la predominanza cinese nel commercio. Nel 1969 scoppiarono le proteste a Kuala Lumpur dove furono uccisi centinaia di cinesi (“incidenti del 13 maggio“).

Oggi la Malesia e’ un paese multiculturale piuttosto tollerante, anche se le etnie maggioritarie rimangono spesso separate tra loro (sia nell’educazione che nei matrimoni). I cinesi pero’ rimangono ancora pressoché esclusi dal governo e questo crea tensioni.

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Sempre a zonzo

Siamo Flavia & Simone e viviamo in Cina da 8 anni dove lavoriamo, viaggiamo e camminiamo. Siamo appassionati di Asia e abitando qua possiamo viaggiare in lungo e in largo attraverso deserti sconfinati, città caotiche, montagne altissime, campi di tè verde smeraldo e albe silenziose. Pur vivendo in una città da 23 milioni di persone, appena possiamo rallentiamo l’andatura e cerchiamo di apprezzare i dettagli e i piccoli piaceri, e il trekking ci permette di farlo nella maniera da noi preferita. Sito web: sempreazonzo.it

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