Tabella dei Contenuti
- Partenza: Gran San Bernardo
- Lunghezza: 900 km
- Difficoltà: Escursionisitico
- N. Tappe: 45
Cos’è la Via Francigena: tutte le strade portano a Roma.
La Via Francigena è, ed è sempre stata, l’insieme delle strade che dal nord-ovest dell’Europa attraversava i territori dell’impero fino a raggiungere Roma, per poi proseguire nel Sud Italia verso la Puglia, dove si trovavano i porti di imbarco per la Terra Santa.
Il nome ha probabilmente origine durante il Sacro romano impero di Carlo Magno, re dei Franchi, che tra la fine del 700 d.C e l’inizio dell’800 d.C unificò gran parte del nord Italia. Fu proprio in quel periodo che il pellegrinaggio divenne una pratica diffusa e importante in tutta Europa.
In epoca moderna, parlando di Via Francigena, si intende però il percorso che da Canterbury arriva a Roma, luogo in cui riposano le spoglie dell’apostolo Pietro, toccando una piccola parte di Inghilterra, e attraversando tutta la Francia, la Svizzera e infine l’Italia.
La Via Francigena da Canterbury: qualche informazione generale
La distanza che separa Canterbury da Roma è di circa 2000 chilometri e ci vogliono 80 giorni per coprirla tutta. Oggi è possibile percorrere la Via Francigena nella sua interezza, anche se in nazioni come la Francia e la Svizzera non esiste una rete sviluppata di ospitali e ostelli come invece si sta sviluppando in Italia.
Dopo il primo giorno di cammino da Canterbury a Dover si oltrepassa il canale della manica su un traghetto e si arriva nel Nord Pas de Calais in Francia, proseguendo attraverso la Champagne – Ardenne, la Picardie e la Franche-Comté.
In Svizzera i cantoni interessati sono Vaud e Valais. Si entra infine in Italia dalla Valle d’Aosta, scendendo in pianura padana dal Piemonte. Si cammina tra le risaie in Lombardia e si segue la via fino all’Emilia Romagna.
Si valicano gli Appennini in corrispondenza del Passo della Cisa entrando così in Toscana, per poi arrivare a destinazione nel Lazio.
Non sono tantissimi i pellegrini che scelgono di partire da Canterbury, anche se negli anni il numero va in crescendo. Molti invece sono quelli che scelgono di camminare il tratto italiano dal passo del Gran San Bernardo.
La Via Francigena in Italia
La Via Francigena in Italia copre un itinerario di 900 km suddivisibile in 45 tappe molte diverse tra loro, sia per lunghezza che per difficoltà. Attraversa il nostro paese da nord a sud e porta alla scoperta di sei regioni italiane passando per piccoli centri e grandi città.
L’Italia, come ben si sa, è un paese molto vario e basta spostarsi di 50 chilometri per vedere cambiare panorami, sapore del cibo, del vino e accenti. Camminare lungo questa dorsale equivale a scoprire tutta questa varietà di cultura, nascosta fin nella più piccola chiesa che si incontra strada facendo.
Molte persone decidono affrontare tutto la Via Francigena in un’unica soluzione, prediligendo i mesi estivi per disponibilità di tempo e meteo favorevole.
Chi però non avesse a disposizione 45 giorni di fila, può suddividere il cammino in diversi tratti, prendendo come punto di partenza le città più grandi e importanti che si incontrano sul percorso, sia perché ben servite dai mezzi pubblici, sia perché quasi sempre di grande interesse artistico-culturale.
Negli ultimi anni si sta anche lavorando allo sviluppo della Via Francigena del Sud, che da Roma porta a Santa Maria di Leuca, in Puglia. Gli dedicheremo un articolo non appena ci saranno informazioni più sicure.
Vi lasciamo qui sotto una possibile suddivisione della Via Francigena in Italia:
Dal Colle del Gran San Bernardo fino ad Ivrea si può compiere la Discesa dalle Alpi, fino all’ingresso in pianura.
Da Ivrea fino a Pavia si può caminare attraverso le risaie della pianura padana, avendo la sensazione che il tempo si fermi.
Da Pavia fino al Passo della Cisa lentamente si inizia a salire, toccando forse la parte più dura di tutta la Via Francigena italiana, senza però raggiungere mai dislivelli importanti.
Dal Passo della Cisa a Lucca si arriva a toccare il mar Tirreno, per poi arrivare ad una della città artistiche italiane più belle.
Da Lucca a Siena si gode della Toscana con i suoi sapori, l’inizio delle sue colline, per giungere nella città di Santa Caterina dalla caratteristica piazza a forma di conchiglia.
Da Siena a Roma si cammina attraverso la Val d’Orcia, con accanto vigneti, toccando Radicofani per poi entrare nel Lazio, visitando Viterbo, la città dei Papi e infine Roma, la tanto agognata meta finale.
Vi consigliamo però di continuare la lettura per poi passare agli articoli dedicati.
I Paesaggi lungo la Via Francigena
Sulla Via Francigena si possono trovare una varietà di paesaggi che cambiano a seconda della stagione, della regione e della latitudine.
Basti pensare a quanto è differente la nostra bella Italia, dalle Alpi ricoperte di neve in inverno, alle risaie in pianura padana, ai campi coltivati in Emilia Romagna e ai verdi boschi degli Appennini; non sono da meno le colline toscane ricche di filari di vite e, perché no, persino i profili delle città dalla storia millenaria come Siena e Viterbo formano un mosaico che rimane facilmente nel cuore di chi cammina.
Ovviamente la stagione in cui si sceglie di intraprendere il cammino caratterizzerà i colori che andranno a comporre le cartoline che si presenteranno ai nostri occhi.
Ognuna avrà le proprie peculiarità, e sarà difficile rimanere indifferenti di fronte alla natura maestosa, contorno e sfondo di ricordi indelebili nella mente di ogni camminatore.
Difficoltà della Via Francigena
Come per ogni cammino, una minima preparazione fisica è necessaria per affrontare con più tranquillità e leggerezza la Via Francigena. Nonostante ci siano molti tratti pianeggianti, bisogna essere abituati a camminare per circa 8 ore al giorno e per diversi giorni di fila, e questo richiede una grande consapevolezza delle proprie possibilità e soprattutto dei propri limiti.
Anche se il percorso è per lo più pianeggiante e i dislivelli sono prevalentemente dolci, si affronteranno alcune tappe un po’ più impegnative:
– Il valico degli Appennini prevede due o tre tappe (a seconda di come si vuole dividerlo) in cui l’ascesa sarà dolce ma continua fino a raggiungere il Passo della Cisa, da dove poi si scenderà nettamente verso Pontremoli. Si tratta di fare 1700 metri di dislivello positivo in 40 chilometri, con alcuni punti più ripidi di altri, ma affrontabili da chiunque.
– La salita a Radicofani è la più temuta da chi cammina in Italia, ma in realtà si tratta di percorrere 8 chilometri con un dislivello positivo non superiore ai 300 metri.
I servizi come ostelli, b&b e punti di ristoro sono presenti lungo tutta La Via Francigena e ogni anno ne nascono di nuovi, garantendo così ai pellegrini un’adeguata assistenza anche nei mesi più affollati come Luglio e Agosto.
Il peso dello zaino non deve spaventare: se si è in grado di scegliere le cose da mettere, non potrà mai risultare troppo pesante. In più ricordatevi che siete in Italia, quindi se dimenticherete o lascerete a casa qualcosa di cui poi scoprirete di aver bisogno, si potrà sempre comprare lungo il cammino.
Clima sulla Via Francigena
Il clima sulla Via Francigena in Italia potrà alle volte modificare la scelta del percorso. In generale però, se si sceglie di camminare nelle stagioni più calde, raramente si incapperà in problemi, se non per il fatto di trovarsi sotto un temporale estivo nel bel mezzo della tappa.
In inverno non è possibile partire dal passo del Gran San Bernardo in quanto viene chiuso per la neve, che abitualmente a quelle altitudini arriva a toccare i 4 metri o più. Molto singolare è l’apertura del passo che avviene a fine Maggio/inizi di Giugno, quando gli spazzaneve partono dalla Svizzera e dall’Italia per incontrarsi a metà percorso. Per il resto della Via Francigena non si correrà il rischio di trovare altra neve.
In estate il rischio è dato dalle alte temperature, ma ci sono solo pochissime tappe dove non è possibile rifornirsi di acqua o dove non si trova nessun riparo dalla luce del sole. Sarà quindi facile trovare tratti di ombra e luoghi dove rifornirsi di cibo e acqua in tutte le tappe, anche se con frequenza diversa a seconda del tratto. É quindi necessario studiare ogni tappa prima della partenza, così da non incappare in imprevisti e problemi nel corso della giornata.
La segnaletica: freccia bianca e segnavia rosso e bianco con il pellegrino
Inizialmente la segnaletica era piuttosto carente e mista. Cartelli marroni del ministero dei beni culturali si mischiavano a frecce bianche dipinte manualmente un pò ovunque, e a pochi segnavia bianchi e rossi.
Da qualche anno invece si sta uniformando e i segnavia bianchi e rossi sono diventati sempre più presenti e capillari, rendendo quasi impossibile perdersi.
Quasi impossibile, perché comunque bisogna imparare a intravederli ad ogni bivio e ad ogni uscita dalle grosse città, posto in cui i segnali continuano a scarseggiare, se non sono proprio assenti.
Lungo invece i sentieri e i paesi la via da seguire è indicata con esattezza, e nel caso di dubbi basterà chiedere, ormai gli abitanti dei piccoli centri si stanno abituando al passaggio continuo di pellegrini diretti a Roma.
Dove dormire sulla Via Francigena e quanto costa
Le tipologie di alloggio per dormire sulla Via Francigena sono molteplici:
B&B, pensioni, hotel, affittacamere, strutture quindi in cui si ha a disposizione la propria camera con bagno privato, e in alcuni casi la colazione inclusa. I prezzi vanno generalmente dalle 60€ in sù a camera, a seconda della stagione e del tipo di struttura che si sceglie.
Ostelli della gioventù, ostelli privati, parrocchie e conventi, luoghi caratterizzati da una camerata con letti a castello e bagno in comune.
Se nelle grandi città sono gli ostelli della gioventù a farla da padrona, nei piccoli centri si fa riferimento a ostelli privati e parrocchiali spesso in stile Cammino di Santiago, dove si respira una particolare atmosfera di condivisione e dove è più facile incontrare altri pellegrini con i quali poi condividere un pezzo di cammino.
In alcuni è possibile dormire solo una notte, in altri accolgono solo se presenti la credenziale della Via Francigena, in alcuni è possibile prenotare e in altri assolutamente vietato; insomma, non c’è una regola generale, quindi il consiglio è sempre quello di informarsi prima sulle possibilità di alloggio che offre la tappa che si sta per affrontare.
I prezzi vanno dalle 10€ alle 20€, e, aumentano nel caso tu richieda lenzuola e asciugamani al gestore dell’ostello, servizio su cui fare poco affidamento perché solo certe strutture lo offrono.
Le strutture e le stanze gestite da conventi e parrocchie offrono per lo più ospitalità a donativo, e fanno affidamento a dei volontari per la cura e l’accoglienza dei pellegrini; questi posti vivono delle offerte di chi cammina, quindi è corretto partecipare per ciò che si può, pensando sempre al fatto che chi arriverà dopo godrà di ciò che sarà stato lasciato prima da noi.
Cosa mangiare sulla Via Francigena
La cucina italiana non ha bisogno di presentazioni. La sua bontà è riconosciuta in tutto il mondo e lungo la Via Francigena sarà possibile scoprire le varie sfaccettature regionali che la contraddistinguono. Per ogni sezione sopra indicata abbiamo trovato delle tipicità, ma sarà ancora più bello e più buono assaggiarle lungo la strada.
In generale si può dire che ogni sera ci si potrà rifocillare andando in trattoria o negli ostelli stessi, sicuri della qualità di ciò che si starà mangiando.
Per quanto riguarda i costi purtroppo la cosa si differenzia molto dal cammino di Santiago.
Se in Spagna molti piccoli ristoranti offrono un menù del giorno ad un prezzo contenuto, in Italia, tranne pochissimi rari casi, non è ancora possibile accedere ad un tale servizio. Spesso infatti capita di trovarsi in situazioni dove con gli stessi soldi che si spendono per un menù in Spagna, si può mangiare un piccolo antipasto e un primo, oppure un secondo + contorno. Di sicuro non mancano le pizzerie che offrono la possibilità ogni tanto di risparmiare qualche soldo.
Per quanto riguarda la pausa di mezzogiorno, in ogni paese si possono trovare dei piccoli supermercati o dei panettieri che con pochi euro permettono di arrangiare un gustoso pranzo.
Una menzione particolare va fatta al vino, che a seconda della zona in cui ci si troverà, avrà un sapore e un gusto diversi. Il mio consiglio è di concedersi ogni tanto delle degustazioni ove è possibile, perché sono anche questi momenti di scoperta del territorio e di una delle lavorazioni più antiche dell’uomo.
Cenni storici
Durante il medioevo il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell’apostolo Pietro, era una delle tre peregrinationes maiores, insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. Fu per questo motivo che il fascio di vie che entrava in Italia raccoglieva pellegrini di ogni parte d’Europa.
La prima descrizione del percorso risale al X secolo e si deve all’arcivescovo di Canterbury di nome Sigerico che, dopo essere giunto a Roma per ottenere l’investitura papale (pallium), durante il suo viaggio di ritorno scrisse una relazione menzionando tutte le soste presso i paesi (chiamati submansiones) nei quali soggiornò. Questo documento è una delle testimonianze più importanti, giunte fino ai nostri tempi, di una rete di vie di comunicazione dell’Europa medievale che venivano percorse non solo dai pellegrini, ma anche da mercanti e da eserciti per spostarsi all’interno del territorio europeo. Nonostante la sua originalità, il manoscritto risulta incompleto in quanto non esaurisce le molteplici alternative della fitta ragnatela di collegamenti che venivano percorsi a seconda della stagione, della situazione politica dei territori e delle credenze religiose legate alle reliquie dei Santi.
L’itinerario di Sigerico prevedeva l’ingresso in Italia dal Passo del Gran San Bernardo, dal quale si scendeva in Valle D’Aosta, passando poi da Ivrea e quindi a Vercelli. Dal XII secolo però divenne prevalente un secondo percorso che entrava in territorio italiano dal Colle del Moncenisio (talvolta anche dal Colle del Monginevro), attraversando Torino e ricongiungendosi poi all’originale.
Nei secoli a seguire il pellegrinaggio seguì degli alti a bassi, dovuti per lo più alle guerre che imperversavano su tutto il territorio europeo, ma senza mai estinguersi del tutto. I pellegrini proseguirono a camminare in direzione dei luoghi santi per la religione continuando quella che ormai era diventata una tradizione secolare. La presenza di tutti questi percorsi ha permesso un grande passaggio di genti di culture differenti e quindi di segni, emblemi e linguaggi da tutto l’Occidente Cristiano, che con il passare del tempo ha forgiato la base culturale, artistica ed economica dell’Europa moderna.
Dalla seconda metà del XX secolo c’è stata una riscoperta culturale, religiosa e turistica, di tutte queste strade, che ha portato l’Unione Europea a riconoscere nel 1994 la Via Francigena come “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”, assumendo alla pari del Cammino di Santiago una dignità sovranazionale.