Tabella dei Contenuti
- Partenza: Gran San Bernardo
- Lunghezza: 112 km
- Difficoltà: Escursionistica
- N. Tappe: 6
La Via Francigena che corre dal Colle del Gran San Bernardo a Ivrea è lunga circa 113km e si sviluppa generalmente in 6 tappe, con una media di 20km al giorno. Chi decide di partire da qui per compiere l’intero cammino fino a Roma, sa che davanti a sé ha una delle sfide più grandi a livello fisico, ma anche che sta per intraprendere una strada che lascerà un segno indelebile nei suoi ricordi.
Il Colle del Gran San Bernardo si trova a 2473 m di altitudine, in territorio svizzero. E’ innevato per gran parte dell’inverno e della primavera, per cui sono veramente pochi i pellegrini che decidono di partire da qui in queste stagioni per questioni di sicurezza.
Viene aperto generalmente la prima settimana di giugno e rimane agibile fino a settembre inoltrato, quando la neve inizia nuovamente a cadere.
Il punto di partenza, che i pellegrini prediligono durante i mesi di apertura, è l’albergo-ospizio dove generalmente si fa apporre il primo timbro sulla credenziale.
E’ comodamente raggiungibile da Aosta con un bus che fa 2 corse al giorno, una al mattino e una al pomeriggio ed è uno dei punti di partenza più suggestivi dell’intera Via Francigena.
Chi decide di partire da qui per compiere l’intero cammino fino a Roma, sa che davanti a sé ha una delle sfide più grandi a livello fisico, ma anche che sta per intraprendere una strada che lascerà un segno indelebile nei suoi ricordi.
In questo articolo voglio descrivervi la prima settimana di cammino, quella che dal Colle di San Bernardo va a Ivrea, un tratto che vi permetterà di scoprire non solo la parte alpina della Via Francigena ma le mulattiere e i paesini di montagna della bassa Valle d’Aosta e del primo Piemonte.
Vuoi partire da Ivrea? Leggi l’articolo della Via Francigena da Ivrea a Pavia.
Difficoltà sul percorso
L’unica difficoltà di questa parte della Via Francigena è data dagli importanti dislivelli che si andranno ad affrontare.
Non ci sono altre criticità: il percorso è molto ben segnalato, i cartelli della via si sommano a quelli dei sentieri del CAI ed è impossibile perdersi, anche nelle giornate più brutte e nebbiose.
Ci sarà da prestare attenzione a non scivolare sui sentieri in discesa in caso di maltempo, ma si attraverseranno moltissimi paesi e piccoli borghi e questo dovrebbe garantire la sicurezza, sia dal punto di vista di infortuni che da quello della possibilità di recuperare acqua e cibo.
Dove dormire
In Valle d’Aosta la carenza di ospitalità “pellegrine” per dormire costringono a delle tappe forzate, anche se ogni anno aprono dei nuovi ostelli dedicati solo ai pellegrini che camminano verso Roma o Canterbury.
Ovviamente essendo una regione ad alto afflusso turistico si possono trovare strutture come hotel e B&B, con prezzi lievemente più alti rispetto a tutto il resto del tracciato che quindi influiranno sul budget totale.
Cosa Mangiare
Lungo il cammino si attraversano molti borghi nei quali è possibile trovare supermercati, bar, panettieri o alimentari dove reperire scorte da consumare durante la giornata. Per la sera sono consigliati piatti locali come la zuppa alla valpellinese o i diversi formaggi tipici che la regione ha da offrire, come la fontina, la toma o il reblec.
Le vigne accompagneranno l’uscita dalla Valle quindi d’obbligo provare almeno un calice dei suoi più importanti rossi, come il Nus Rouge, il Arnad-Montjovet e il Donnas.
Per i bianchi invece si segnala il Nus Malvoise.
Le tappe dal Colle del Gran San Bernardo ad Aosta
Colle del Gran San Bernardo —> Etroubles / Echevennoz 15 km
Etroubles / Echennevoz —> Aosta 14 km
Le prime due tappe italiane della Via Francigena affrontano un dislivello negativo importante. Generalmente chi decide di partire dal Colle passa la prima notte ad Echennevoz, perché nonostante la distanza non sia proibitiva, il dislivello negativo è di ben 1200m. Il tracciato che si snoda fino a questo piccolo paesino di montagna è fatto di sentieri in mezzo ai pascoli e a mezza costa per la prima parte, per poi proseguire su mulattiere e strade secondarie.
Dopo la prima notte si torna a scendere (600m di dislivello) nella Valpelline e il tracciato è per lo più lungo i ru, gli antichi canali d’irrigazione, fino al fondo valle, quando si giunge ad Aosta, nuovo punto tappa dove passare la notte.
In questi due giorni di distanze ridotte le gambe si posso allenare al cammino e si ha il tempo di visitare anche i paesini che si attraversano, compresa la città di Aosta, la prima grande città sulla Via Francigena.
Aosta —> Chatillon 27,8 km
Chatillon —> Verres 19,4 km
Verres —> Pont-Saint-Martin 14,3 km
Pont-Saint-Martin —> Ivrea 22,5 km
In questa parte della Via Francigena si cammina sull’adret, il versante esposto a sud nella valle della Dora, seguendo una rete di percorsi pedonali a mezzacosta, i sentieri accanto i ru, e passando tra i famosi vigneti terrazzati che caratterizzano questo tratto della Valle D’Aosta. I dislivelli diventano decisamente più morbidi, anche se fino ad Ivrea il percorso segue dei veri e propri sali scendi, senza mai affrontare un tratto pianeggiante per più di pochi chilometri. Le montagne accompagnano ancora lo sguardo, e intorno al tracciato svettano le vette maestose del monte Emilio (3559 m), della Becca Torché (3016 m) e Becca di Vlou (3032 m).
Da Aosta La via Francigena segue il sentiero 103, molto ben indicato e con tempi di percorrenza sui cartelli, una particolarità che si riscontra solo in questa parte del percorso.
Le memorie medievali e romane continuano ad apparire lungo la strada, ricordando le varie epoche storiche di cui questo paesaggio è stato protagonista. Memorabile è il passaggio sul ponte romano ancora funzionante dopo 2000 anni a Pont Saint Martin e poco prima sotto all’imponente forte di Bard che domina l’intera vallata. In estate il colore predominante dei versanti è il verde dei boschi e dei pascoli che accompagna il pellegrino fino all’imbocco di Ivrea, dove si ha invece l’incontro più bello con la Dora, il fiume che ha scavato la valle in cui camminiamo.
Cosa vedere sulla Via Francigena in Valle d’Aosta e Piemonte
Colle del Gran San Bernardo – Il passo, già noto in epoca romana, è ricco di storia. Vi si possono trovare una strada romana, ancora lastricata e scavata nella roccia, e delle tracce di un insediamento poco oltre Plan de Jupiter, nell’area archeologica. In passato vi sorgeva un tempio dedicato a Jupiter Poeninus, nome assimilato dal dio pagano delle vetta venerato dai celto-liguri “Penn”, dal quale derivano diversi toponimi quali il monte Penna, Appennini e Alpi Pennine. La Via Passa poi accanto alla statua di San Bernardo che domina da una rupe Plan de Jupiter.
St Rhémy-en-Bosses – E’ un piccolo paesino di montagna, noto in quanto Sigerico l’ha indicato sul suo percorso con il nome di Sce Remei come l’ultimo prima di affrontare il valico. Ha la tipica struttura dei borghi di strada, infatti si sviluppa lungo la via centrale, con le case tutte allineate. E’ famoso anche perché qui viene prodotto il Jambon de Bosses Dop, un prosciutto crudo speziato con erbe montane.
Etroubles – E’ un paese votato all’arte e accoglie i visitatori con le sculture in legno di artisti valdostani e di artisti internazionali nella centrale via Deffeyes. Vi è testimonianza di un ospizio che accoglieva i pellegrini dal 1317 e una targa indica la casa dove Napoleone dormì nel 1800. Dal 2007 ogni estate organizza mostre temporanee con opere dei maggiori artisti degli ultimi due secoli.
Aosta – E’ una città di fondazione romana e lo testimoniano i resti ancora oggi presenti e ben conservati come il teatro, l’anfiteatro, le mura e la bellissima Porta pretoria. Fu fondata nel 25 A.C. alla confluenza tra il torrente Buthier e la Dora Baltea, all’incrocio di due importati vie dirette ai valichi dell’Alpis Poenia (Gran San Bernardo) e dell’Alpis Graia (Piccolo San Bernardo); venne chiamata Augusta Praetoria. Da non perdere la visita all’arco di Augusto posto giusto sula via che portava verso l’antica Eporedia, oggi chiamata Ivrea. Compare anche nell’itinerario di Sigerico come quarantesima tappa.
Quart – Il paese ha origini romane, lo si capisce dal nome che indicava la distanza di un quarto di miglio sulla strada per Roma. Si trova anche un importante castello, che ha conservato, nonostante i diversi proprietari e i conseguenti rimaneggiamenti, parti del maniero originale. Oggi è di proprietà della regione che ne sta curando il restauro.
Chatillon – E’ un antico centro abitato fin dall’età del bronzo e in epoca romana, crocevia e importante piazza di scambi transalpini. Nel medioevo fu di proprietà della famiglia Challant della quale si può vedere il castello a monte del paese. Anche qui si può notare, dal ponte moderno, la presenza di un importante ponte romano, oggi non più utilizzabile, nella forra del torrente Marmore.
Saint Vincent – Oggi è rinomato per le acque termali riscoperte nel XVIII secolo, ma in passato era un centro che sorgeva sulla strada per le Gallie, di cui si possono vedere i resti sotto la chiesa parrocchiale. Su queste costruzioni venne eretto un luogo di culto, che venne ampliato in varie fasi che lo portarono ad avere l’aspetto odierno. Nella cripta sono conservate tracce dell’edificio del X secolo, con colonne di epoca carolingia.
Montjovet – Il paese con le sue numerose frazioni sorge all’interno di una forra sul corso della Dora. In passato doveva essere un punto di difficile transito per i pellegrini, infatti il percorso sale seguendo sentieri e mulattiere a mezzacosta, dove è possibile individuare nei tratti a fondo roccioso i segni del passaggio dei carri. Il territorio è fortificato da tempo immemore, infatti il nome di Montjovet deriva dal latino Mons Jovis. Il castello di Saint-Germain è il più significativo della zona ed era posto a controllo della Dora e della strada; oggi purtroppo non è visitabile, ma la sua vista in passato doveva incutere timore durante il passaggio.
Verrès – Chiamata Vitricium in passato, anche questo borgo è di memoria romana. Risalente al periodo medievale sono il castello, visitabile dopo un’impegnativa salita, e il complesso della prevostura di Saint Gilles con la collegiata settecentesca dei santi Egidio e Agostino.
Arnad – E’ un piccolo paese con case di pietra che si affacciano sulle strette vie selciate. Famoso per il lardo che viene stagionato in recipienti di legno e aromatizzato con erbe che crescono sui versanti della bassa valle.
Ponte di Echallod – Oggi transitabile solo in bicicletta o a piedi, questo ponte è stato costruito a fine 1700 in sostituzione del preesistente ponte romanico. Restaurato dopo l’alluvione che ha colpito la zona, rimane un monumento da segnalare.
Bard – Borgo inserito tra i più belli d’Italia, sorge anch’esso lungo l’antica strada romana delle Gallie. La stretta in cui si trova è uno dei luoghi strategici per il controllo del passaggio, per questo la rupe fu da sempre fortificata. La fortezza attuale risale agli anni trenta del XIX secolo e domina incontrastata tutta la zona.
Donnas – Celebre per le sue vigne terrazzate dove si produce un ottimo vino, questo borgo ha un centro risalente al medioevo allineato lungo via Principe Tommaso. Era dotato di un lebbrosario e di un ospitale. Ma il monumento più importante è una tratto di strada romana, di cui rimane anche un passaggio ad arco ricavato dalla roccia della montagna.
Pont-Saint-Martin – Questo paese è l’ultimo comune della Valle d’Aosta. Famosissimo è il ponte romano, utilizzato fino al XIX secolo (oggi è pedonale), ad un unica campata e appoggiato direttamente alla roccia della montagna.
Montalto Dora – E’ un comune del canavese circondato da 5 laghi formati dal ghiacciaio Balteo lungo l’Anfiteatro morenico di Ivrea durante l’ultima glaciazione, avvenuta più di 15000 anni fa. Nei pressi del lago Pistono, dove si più effettuare una variazione del percorso, si trova il “bosco che balla” dove il terreno, a causa della sua conformazione (radici, acqua e torba) risulta elastico ed al minimo movimento gli alberi si muovono mimando una danza.
Ivrea – Città di fondazione romana, oggi è nota come sede storica delle aziende della famiglia Olivetti. Chi vuole approfondire la conoscenza della loro idea imprenditoriale, può visitare il Maam, Museo a cielo aperto dell’architettura di Ivrea. Nel centro storico invece si trovano importanti monumenti medievali, come le torri cilindriche del castello dei Savoia.