Trekking nei Parchi Americani

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Partire per un Tour dei Parchi Americani è il sogno di ogni viaggiatore! Aggiungici delle giornate di trekking e l’esperienza sarà davvero entusiasmante!
parchi americani

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Chi non ha mai desiderato fare un viaggio on the road negli Stati Uniti, magari a bordo di un camper o di una Mustang, e visitare i suoi magnifici Parchi Nazionali? E se a questo aggiungessimo delle esperienze di trekking, quanto sarebbe unica la tua esperienza?

Trekking nei Parchi USA: di cosa parliamo in questo articolo

Sono tanti gli articoli e le guide cartacee che parlano di Parchi USA, soprattutto californiani. Li visitano milioni di persone ogni anno, da soli o in gruppi organizzati, spesso di corsa e in modo superficiale.

In questa serie di articoli, di cui questo è il generale, mi rivolgo agli appassionati di viaggi a piedi, di cammini, di viandanti che amano scoprire i luoghi a passo lento e che non si accontentano di visitare un Parco, come per esempio quello di Yosemite, in un pomeriggio. Lo so, i tempi di un classico Tour dei Parchi sono molto stretti, focalizzati come sono a far vedere più cose nel più breve tempo possibile. Beh, io voglio convincerti a fare esattamente l’opposto! Se come me ami camminare in mezzo alla natura, attraversarla a piedi, toccare con mano le pareti di rocce o l’acqua di una cascata, e non ti accontenti di fare una foto e poi passare al prossimo, allora sei nel posto giusto!

In questo articolo voglio affrontare il tema del trekking nei Parchi Americani in modo generale, offrendoti una panoramica su tutti i Parchi USA – lo sapevi che sono 62?! – sulle regole per gli escursionisti, sulla loro sicurezza, sugli animali più diffusi nei Parchi e su come approcciarvisi. I prossimi articoli saranno invece focalizzati sul singolo Parco USA e sulle sue escursioni più belle.

Storia dei Parchi Americani

Oggi i Parchi Nazionali degli Stati Uniti rappresentano nel mondo l’esempio di come si possa far  turismo avendo come obiettivo centrale la conservazione e la preservazione di una natura autentica, selvaggia e incontaminata. Certo, i problemi non mancano, soprattutto in termini di sostenibilità, però grazie a campagne di sensibilizzazione e a una maggior consapevolezza del visitatore su come ridurre il proprio impatto ambientale, si stanno facendo sempre più passi avanti.

Non è però sempre stato così. C’è stato un tempo, prima che venissero istituiti i Parchi Nazionali, in cui alcuni imprenditori avevano iniziato a spartirsi i terreni della Yosemite Valley e a fare progetti per il loro sfruttamento, sia in ambito turistico che nel settore delle risorse naturali. Fortunatamente un gruppo di naturalisti, scrittori, e artisti, compreso il famoso architetto del paesaggio Frederick Law, si unirono contro questi affaristi portando avanti una dura battaglia sulla stampa e nella politica. Riuscirono così a convincere l’allora Presidente Lincoln della necessità di proteggere questi luoghi dalla speculazione. Venne così promulgato un disegno di legge che poneva queste terre sotto il controllo dello Stato. Correva l’anno 1864.

Per vedere il primo Parco Nazionale del Mondo dobbiamo però aspettare il 1872, anno in cui il Presidente Ulysses S. Grant crea lo Yellowstone National Park! Da questo momento in poi vengono istituiti sempre più Parchi Nazionali e sempre più tutele, anche legali, volte a garantire il rispetto dell’ambiente e soprattutto il divieto di caccia. Viene quindi creato il National Park Service (1916), ovvero un organo nazionale di coordinamento dei parchi. Nasce così il corpo dei Ranger, i parchi diventano attrazioni turistiche, e con il Presidente Roosevelt (anni ’30) si apportano diversi miglioramenti in tema di strade e rifugi.

I Parchi Nazionali cominciano così a diventare quello che sono oggi! A livello di numeri considera che solo nel 2019 i visitatori sono stati più di 300 Milioni! Ecco i 10 Parchi Nazionali più visitati:

  1. Great Smoky Mountains National Park
  2. Grand Canyon National Park
  3. Rocky Mountain National Park
  4. Zion National Park
  5. Yosemite National Park
  6. Yellowstone National Park
  7. Acadia National Park
  8. Grand Teton National Park
  9. Olympic National Park
  10. Glacier National Park

62 Parchi Nazionali USA

I Parchi Nazionali negli Stati Uniti sono attualmente 62.

Ecco una lista dei Parchi Nazionali USA divisi per Stato.

  1. Denali National Park (Alaska)
  2. Gates of the Arctic NP e Kobuk Valley NP (Alaska)
  3. Glacier Bay National Park (Alaska)
  4. Katmai National Park (Alaska)
  5. Kenai Fjords National Park (Alaska)
  6. Kobuk Valley National Park (Alaska)
  7. Lake Clark National Park & Preserve (Alaska)
  8. Wrangell-St.Elias National Park (Alaska)
  9. Gran Canyon National Park (Arizona)
  10. Petrified Forest National Park (Arizona)
  11. Saguaro National Park (Arizona)
  12. Hot Springs National Park (Arkansas)
  13. Channel Islands National Park (California)
  14. Death Valley National Park (California)
  15. Joshua Tree National Park (California)
  16. Kings Canyon National Park (California)
  17. Lassen Volcanic National Park (California)
  18. Pinnacles National Park (California)
  19. Redwood National Park (California)
  20. Sequoia National Park (California)
  21. Yosemite National Park (California)
  22. Black Canyon del Gunnison National Park (Colorado)
  23. Rocky Mountain National Park (Colorado)
  24. Great Sand Dunes National Park (Colorado)
  25. Mesa Verde National Park (Colorado)
  26. Biscayne National Park (Florida)
  27. Dry Tortugas National Park (Florida)
  28. Everglades National Park (Florida)
  29. Haleakala National Park (Hawaii)
  30. Hawai’i Volcanoes National Park (Hawaii)
  31. Indiana Dunes National Park (Indiana)
  32. Mammoth Cave National Park (Kentucky)
  33. Acadia National Park (Maine)
  34. Isle Royale National Park (Michigan)
  35. Voyageurs National Park (Minnesota)
  36. Gateway Arch National Park (Missouri)
  37. Glacier National Park (Montana)
  38. Great Basin National Park (Nevada)
  39. Carlsbad Caverns National Park (New Mexico)
  40. White Sands National Park (New Mexico)
  41. Great Smoky Mountains National Park (North Carolina – Tennessee)
  42. Crater Lake National Park (Oregon)
  43. Cuyahoga Valley National Park (Ohio)
  44. National Park of American Samoa (Samoa Americane)
  45. Congaree National Park (South Carolina)
  46. Badlands National Park (South Dakota)
  47. Wind Cave National Park (South Dakota)
  48. Theodore Roosevelt National Park (North Dakota)
  49. Big Bend National Park (Texas)
  50. Guadalupe Mountains National Park (Texas)
  51. Arches National Park (Utah)
  52. Bryce Canyon National Park (Utah)
  53. Canyonlands National Park (Utah)
  54. Capitol Reef National Park (Utah)
  55. Zion National Park (Utah)
  56. Virgin Islands National Park (Isole Vergini americane)
  57. Shenandoah National Park (Virginia)
  58. Mountain Rainer National Park (Washington)
  59. North Cascades National Park (Washington)
  60. Olympic National Park (Washington)
  61. Grand Teton National Park (Wyoming)
  62. Yellowstone National Park (Wyoming)

Oltre a questi c’è da evidenziare l’Antilope Canyon Navajo, in Arizona, assolutamente da visitare!!

Fare trekking nei Parchi Americani: regole e sicurezza

Fare trekking nei Parchi Americani è una gioia per ogni amante della natura e del camminare. Gli spazi immensi, i paesaggi mozzafiato, il contatto  – a distanza ovviamente! – con gli animali che abitano quelle terre, la riscoperta insomma di un IO più autentico, contribuisce a rendere questo viaggio una delle più belle esperienza della nostra vita!

L’entusiasmo va però associato al rispetto di regole e indicazioni precise sul come fare e su come comportarsi in determinate situazioni, spesso molto lontane dal nostro mondo. É vero che si cammina su sentieri battuti e lungo tracciati conosciuti, magari non da soli e in compagnia di altri escursionisti, però è necessario fare sempre attenzione ed essere “presenti” con tutti i nostri sensi.

Distrarsi è un attimo, soprattutto di fronte a tutta quella bellezza, e può così capitare di sbagliare strada, di inciampare, o di perdere contatto con gli altri compagni di avventura. E come li contatti poi se il telefono non prende?

Un altro rischio può essere quello di calcolare male i tempi e farsi sorprendere dal buio sulla strada del ritorno. Visto che quest’ultima situazione capita spesso, su alcuni sentieri è segnalato una sorta di punto di non ritorno: se arrivi lì oltre una determinata ora devi subito tornare indietro e non tentare di raggiungere la meta, perché non ce la faresti a rientrare con la luce del giorno. E credimi, camminare al buio su sentieri che non conosci, ma di montagna, non è assolutamente raccomandabile!

Al fine di ridurre il più possibile gli incidenti e rendere l’escursionista più consapevole delle regole da seguire, il National Park Service ha stilato un breve elenco di cose da fare e da non fare, per un HIKE SAFE. Te lo riporto qui in lingua originale, con sotto la traduzione.

Have a Plan – Fai un piano

Inform someone of where you’re going and when you plan to return – informa qualcuno di dove stai andando e di quando hai intenzione di tornare

Keep a flashlight and whistle with you – porta con te una torcia e un fischio

Eat well, stay hydrated: carry plenty of water – mangia bene e rimani idratato: porta con te molta acqua

Stay on the trail – stai sul sentiero

Ask for HELP – chiedi AIUTO

Familiarize yourself with the area, use a map – Familiarizza con il territorio, usa la mappa

Expect changes in the weather – prevedi cambiamenti del meteo

Sembrano tutte misure scontate vero?! Eppure ci sono ancora moltissime persone che non le rispettano durante le loro escursioni e che, così facendo, mettono a rischio loro stesse e le  persone che camminano con loro.

Il nemico peggiore di chi fa trekking è sottovalutare l’ambiente che lo circonda, e pensare che andrà sempre tutto bene! Ti faccio allora una domanda: se invece che andare tutto liscio andasse tutto male? Se una serie di circostanze negative facessero andare all’aria tutti i tuoi piani, avresti il necessario, in termini di equipaggiamento, per affrontare la situazione?

Facciamo un esempio.

Hai programmato un trekking di qualche ora al Parco dello Yosemite; ti hanno assicurato che è ben segnalato e che è sempre battuto. Quindi cosa fai? Guardi il cielo, che quella mattina è stupendo – e non pensi che sei in montagna e che il meteo è imprevedibile – e metti nello zaino giusto un pò di frutta e un pò d’acqua, tanto non stai via molto. Lasci quindi “a casa” la torcia – tanto cammini solo la mattina – il fischietto – non ci avevi proprio pensato e non sai dove comprarlo adesso – la mappa – tanto è segnalato e c’è tanta gente sul percorso – un altro litro d’acqua – che mi pesa inutilmente – e non dici a nessuno dove stai andando.

Ora considera la possibilità che, a causa di una distrazione, tu esca dal sentiero e ti perda. Dopotutto non è facile orientarsi in un territorio che non si conosce. Se a questo punto tu avessi avuto una mappa, avresti almeno saputo, all’incirca, dov’eri e cosa avevi intorno. 

Se avessi avuto un fischietto avresti potuto richiamare l’attenzione e chiedere aiuto – anche se puoi sempre urlare Help. E se ora il tempo peggiorasse e cominciasse a piovere e a far freddo – cosa che potevi sapere se avessi controllato il meteo prima di partire  cosa accadrebbe? Avresti probabilmente degli abiti idonei che ora non hai. 

Quindi, ti sei perso, sei senza mappa, con poca acqua, con abiti sbagliati, senza torcia e senza fischietto per chiedere aiuto. E, cosa ancora peggiore, nessuno sa dove sei e nessuno ti viene a cercare.

Ora, questa è una situazione drastica, in cui tutto è andato malissimo! Certamente la tua esperienza sarà migliore! Ma se così non sarà dovrai essere pronto ad affrontare anche questo genere di imprevisti. 

Leave no Trace: regole per un’escursione senza traccia

Lo abbiamo accennato prima, nei Parchi Nazionali, così come in ogni altro contesto naturale, c’è un serio problema di sostenibilità  ambientale determinato dalla forte e spesso ingombrante presenza dell’uomo. Per ridurre al minimo l’impatto negativo dell’uomo sull’ambiente che lo circonda sono stati creati i 7 principi del Leave no Trace, ovvero del “non lasciare traccia”.

Di seguito trovi un elenco e una breve descrizione. Per approfondire ti consiglio di leggere l’articolo Leave no Trace, ti assicuro che offre ottimi spunti e momenti di riflessione per persone che come me e te amano la natura e lottano affinché rimanga il più possibile inalterata.

  1. Plan ahead and prepare – pianifica in anticipo
  2. Travel and camp on durable surfaces – cammina e campeggia in siti permanenti
  3. Dispose of waste properly – smaltisci correttamente i rifiuti
  4. Leave what you find – lascia ciò che trovi
  5. Minimize campfire impacts – minimizza l’impatto del fuoco del campeggio
  6. Respect wildlife – rispetta l’ambiente
  7. Be considerate of other visitors –  sii rispettoso delle altre persone

Il concetto di base è: sii consapevole dell’impatto che la tua presenza provoca sull’ambiente circostante e cerca di ridurlo il più possibile, cammina, insomma, senza lasciare traccia. 

Cosa fare se incontri un orso

Parchi americani come lo Yosemite, le Rockies Mountains, le Great Smoky Mountains ( dove corre l’Appalachian Trail) o le Sierras, per dirne alcuni, ospitano migliaia di orsi bruni, distinguibili dai Grizzly per il muso più affusolato e per la mancanza della caratteristica gobba sul dorso.

Gli orsi bruni sono animali curiosi, non aggressivi, a meno che non abbiano i cuccioli e non si sentano minacciati, e per lo più vegetariani. Hanno un olfatto eccezionale, e per questo, nei Parchi Nazionali, vengono attirati dal cibo dei campeggiatore o degli escursionisti. C’è quindi la possibilità che durante un trekking tu possa vederlo, anche a distanza ravvicinata. E allora, cosa fare in questo caso per non farsi attaccare??

Il National Park Service ha stilato una serie di regole per aiutare l’escursionista a reagire nel modo corretto nel caso incontrasse un orso. Puoi dare un’occhiata al documento originale.

Partiamo dal presupposto che l’orso cerca il più possibile di evitare il contatto con le persone. É per questo motivo che si consiglia di camminare con un campanello sullo zaino, o, nei boschi fitti, di parlare ad alta voce. Se l’orso sa che tu sei lì cercherà di andare nella direzione opposta.

L’unica cosa che potrebbe attrarlo a te è l’odore del cibo, quindi, se conti di camminare con una buona scorta, porta con te un contenitore cibo anti-orso: si tratta di un barattolo a chiusura ermetica appositamente ideato per trattenere gli odori del cibo ed evitare che l’orso li percepisca. Puoi acquistarlo oppure noleggiarlo presso gli uffici dei Parchi Nazionali. 

Se lo incontri le regole sono chiare: NON CORRERE – l’orso ti vedrebbe come una preda, e poi corre fino a 50km/h –  NON ARRAMPICARTI sugli alberi – l’orso è un eccellente scalatore, e poi tu quand’è l’ultima volta che ti sei arrampicato su un albero?! – NON FINGERTI MORTO – se non in un paio di occasioni di cui parlo nelle prossime righe.

Se l’orso è distante e non ti ha visto – cambia lentamente strada e allontanati il più possibile dall’orso. Se puoi cammina sopravento, in modo che l’orso senta il tuo odore e si allontani.

Se l’orso si alza su due zampe – non è un comportamento aggressivo, sta solo cercando di comprendere meglio l’ambiente che lo circonda. Se ti vede tu torna lentamente indietro.

Se l’orso ti vede e fa smorfie o sbuffa – significa che sei troppo vicino all’orso. Vai lentamente indietro e allontanati dall’orso. Non fare movimenti bruschi per non spaventarlo. Tira fuori lo spray anti-orso dalla fondina e preparati ad usarlo se l’orso si avvicina.

Se l’orso ti carica – stai calmo, e quando l’orso è a 20 metri spruzza lo spray anti-orso. Se continua a caricare, rannicchiati a terra un attimo prima dell’impatto. Tieni addosso lo zaino per proteggerti la schiena, sdraiati sullo stomaco e proteggi il viso con i gomiti. Stai fermo. L’orso deve capire che non sei una minaccia. Prima di alzarti guarda se l’orso non è più nelle vicinanze. Ricorda, l’orso avrà sempre la meglio su di te, quindi non reagire in nessun modo, prolungherai solo l’attacco rischiando ferite anche molto gravi.

Se l’orso è predatore – la stragrande maggioranza degli orsi attacca se si sente in pericolo. Può però capitare di incontrare un orso più aggressivo, che noi chiameremo “predatore”. Un orso “difensivo”, prima di attaccare, fa smorfie, sbuffi, muove il terreno, insomma, si atteggia per spaventarti. Inoltre carica con la testa bassa e le orecchie tese. L’orso “predatore” invece non fa nessuna di queste cose, e attacca al contrario con la testa alta e le orecchie erette. In questo caso, sempre camminando lentamente, cerca di raggiungere un luogo di riparo. Utilizza lo spray nel caso si avvicini. E se ti attacca NON cadere a terra, ma reagisci e colpiscilo con qualsiasi oggetto tu abbia tra le mani. Purtroppo si tratta di vita o morte, o tu o lui.

Queste sono solo indicazioni generali. Per informazioni più approfondite chiedi al Ranger del Parco, saprà certamente darti consigli più specifici e mirati!

Deborah Torreggiani

Deborah Torreggiani

Ciao, sono Deborah e faccio uno dei lavori più belli che ci siano, organizzo viaggi a piedi viaggiando! Zaino, scarpe da trekking e un Mac portatile è tutto quello che mi serve per esplorare nuovi cammini e creare nuove esperienze di viaggio. Sono ottimista per natura e sempre pronta a nuove avventure. Esplorare in lungo e in largo gli Stati Uniti è il mio grande sogno, e non vedo l’ora di realizzarlo.

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