Il Cammino di Santiago è una moda?

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Sono in tantissimi a pensare che il Cammino di Santiago sia diventato una moda, svuotato di ogni significato. Ma è davvero così!???

Sono in tantissimi a pensare che il Cammino di Santiago sia diventato una moda, svuotato di ogni significato. Ma è davvero così!???

Dopo i quasi 300mila arrivi a Santiago de Compostela dello scorso anno sono in molti a chiedersi cosa stia diventando il Cammino di Santiago: pellegrinaggio cristiano, vacanza low cost, nuovo stile di viaggio, moda?

Gli aggettivi si sprecano e spesso i giudizi più duri vengono dai pellegrini che hanno conosciuto il Cammino solo da pochi anni. Parlano con disprezzo di un Cammino Francese troppo pieno di gente, di un ultimo tratto, quello da Sarria o addirittura da Astorga troppo commercializzato e frequentato, di una Via de la Plata magnifica solo perché meno conosciuta e quindi più autentica.

Ecco che tra questi “veterani” del Cammino nasce la parola “turigrino”, un aggettivo tutto dispregiativo nei confronti di chi sceglie di percorrere solo gli ultimi 100km o che preferisce percorrerne solo alcuni tratti.

I numeri, perlomeno quelli dello scorso anno, ci dicono che più o meno 1 pellegrino su 3 ha cominciato il suo Cammino da una di queste località dei 100km, con un picco del 25% per la città di Sarria.

Sicuramente la maggior parte di voi starà scuotendo la testa dicendo – Vedi?! Non è più il Cammino di una volta! Questi turigrinos lo stanno rovinando!! – E allora vi chiedo – Se queste persone hanno scelto di occupare parte del loro tempo in questa impresa, esattamente come voi, non meritano forse una chance, la possibilità di vivere anche loro il Cammino senza dover incorrere in giudizi negativi da parte di pellegrini più navigati? –

È innegabile che il Cammino di Santiago sia diventato una moda, una tendenza. Il trend eccezionalmente positivo di questi ultimi anni lo dimostra. Ma il punto è: siamo così sicuri che si tratti di una cosa negativa? Non potrebbe invece essere la meravigliosa risposta a un bisogno sempre più impellente di cambiamento? Dopotutto, ognuno di noi utilizza strumenti che conosce per ottenere ciò che cerca, e se il Cammino ti può aiutare ad raggiungere quello che vuoi, perché non provare?

Voi direte – Si, però ci sono modi e modi! Il Cammino vero non è quello degli ultimi 100km!

E io vi chiedo – Quanti chilometri servono perché sia considerato “vero”? 300km? 1000km? –

Ci sono pellegrini che partono da casa e dopo mesi di cammino arrivano a Santiago, altri che dopo mille chilometri continuano ad accendere la luce alle 6 della mattina incuranti delle persone che dormono nelle camerate, e altri che si fanno gli ultimi 100km, magari tra una marea di dubbi e insicurezze. E allora qual’è tra questi il Cammino più autentico?

Qualcun altro potrebbe dire che il Cammino di Santiago è un pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo Giacomo ( anche se al 99% ci sono le ossa di qualcun altro) e che non sono pellegrini coloro che non lo fanno con spirito cristiano. Quanti di voi sarebbero d’accordo con questa visione? A giudicare dal numero di atei o agnostici sul Cammino direi pochissimi.

Siamo nel 2017 e nessun pellegrino indossa più i sandali di cuoio o appende la bisaccia al suo bordone. Il cammino ora è fatto di abiti tecnici, zaini ergonomici, scarpe ultracomode e applicazioni per cellulari.

Conosciamo i luoghi perché li abbiamo visti in foto, a sua volta li fotografiamo per farli vedere al mondo e spesso per far vedere che ci siamo stati.

Siamo nel 2017, in un mondo veloce e consumista, e nonostante ciò migliaia di persone si mettono in cammino ogni anno per trovare in se stessi qualcosa di nuovo e di cui sentono il bisogno.

Forse è giunto il momento di capire che anche noi siamo parte e protagonisti di questo cambiamento, perché ciò che non cambia muore.

Deborah Torreggiani

Deborah Torreggiani

Ciao, sono Deborah e faccio uno dei lavori più belli che ci siano, organizzo viaggi a piedi viaggiando! Zaino, scarpe da trekking e un Mac portatile è tutto quello che mi serve per esplorare nuovi cammini e creare nuove esperienze di viaggio. Sono ottimista per natura e sempre pronta a nuove avventure. Esplorare in lungo e in largo gli Stati Uniti è il mio grande sogno, e non vedo l’ora di realizzarlo.

5 risposte

  1. La gente che si incontra, l’atmosfera che si crea, lo spirito che ti pervade non possono non rendere positivo l’aumento di pellegrini diretti a Santiago, le uniche riserve che ho sono sugli ultimi 100km dove tutto quanto citato si perde un po’, un esempio potrebbe essere il “buen camino” che fino a Sarria non mancherà mai quando ci si affianca o si viene affiancati mentre dopo un po’ scarseggia.

  2. Ho letto con molta attenzione il tuo articolo… ho ultimato da pochi giorni il Camino di Santiago a piedi partendo da Burgos… esperienza stupenda… ho incontrato tanti che rientrano nelle casistiche che hai citato… ma a fattor comune ho trovato in tutti molta umiltà e molta voglia di esserci mentalmente e spiritualmente. Tutto è stato assolutamente ok per me… nessun problema ai piedi e sempre tanti amici di tante nazioni pronti a condividere questa avventura… posso solo dirne bene… di sicuro esiste anche il discorso modaiolo… ma lascia il tempo che trova… uno deve fare ciò che si sente di fare… non è una competizione, lo si capisce da soli dopo appena qualche km… Un mio amico che ha fatto il percorso con me, mi ha detto “per te è come vivere a tempo pieno in un parco divertimenti”… verissimo mi sono divertito, ho avuto modo di conoscere luoghi e gente interessanti e ancor più di apprezzare l’umanità delle persone che mi hanno dedicato un pò del loro tempo… Conclusioni: chissenefrega se qualcuno si comporta da turigrino… non mi tange in alcun modo e comunque non cambia di un niente il mio Camino…. ancora una cosa… lo rifarò da solo perchè ho incontrato pellegrini che mi hanno fatto capire quanto sia migliore fare il percorso senza alcun condizionamento di tempi o percorrenze… si incontra di più se stessi. Buen Camino a chi vorrà percorrere il Camino a qualsiasi titolo… ovviamente se sei un credente il cammino sarà ancora più coinvolgente.

    1. Grazie Walter per questo tuo bel pensiero. Partirò a fine settembre per fare gli ultimi 100 km. Mille dubbi e incertezze ma anche molta motivazione e curiosità. Per me è un grande lavoro “a togliere”. Dallo zaino e dalla mente. Se per caso hai scritto un diario di viaggio, mi farebbe piacere leggerlo. Ciao!
      Olivia

      1. Ciao Olivia… tante belle cose cose per il tuo cammino… ti auguro di cuore di incontrare ciò che tu auspichi o perlomeno di saperti riconoscere in ciò che intendi fare. In effetti c’è veramente tanto da togliere sia dallo zaino che dalla mente… spazio che sarà presto occupato da mille cose importanti o meno a seconda del valore che attribuirai ad esse, ti sarà facile far tesoro di tutto, lo comprendo dalle poche righe che mi hai rivolto… sei in sintonia. Ottima partenza, così deve essere chi si acconge a sottoporre se stesso ad un impegno volontario non proprio “semplice come bere un bicchiere d’acqua”. No, non ho scritto un diario, anche se confesso la tentazione mi è venuta più volte… lascio queste incombenze a chi sa far meglio di me. Ti dirò che ho incontrato una ragazza statunitense, con cui stretto una bella amicizia, lei si chiama Lissa Jensen… ha realizzato un diario del Camino molto particolare, fatto di immagini acquerellate e di impressioni colte al volo… è veramente in gamba… Parlando con me mi ha detto che le piacerebbe pubblicarlo per partecipare tutti delle sue esperienze sul campo… non le sarà difficile… Ora provo a postare qualche foto di quelle che mi ha inviato. Per me hanno più senso di innumerevoli e ripetitive foto… anche i suoi commenti hanno quel non so che… poche parole giuste mi riportano a ciò che ho intensamente provato….
        Il Cammino è anche questo…

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