Trekking a Hong Kong, una città che è molto più di uno scalo aereo

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Avete previsto uno scalo di qualche giorno a Hong Kong? Siete in viaggio da quelle parti e volete fare un bel trekking? L’ex colonia britannica ha qualcosa da offrire a tutti.
trekking a hong kong

Hong Kong (香港, Hong Kong in cantonese, Xiang Gang in mandarino; “porto profumato”) è dal 1997 una zona amministrativa speciale della Cina. E’ popolata da 7 milioni di abitanti su una superficie di appena 1.100 km2 (1/3 della Valle d’Aosta). Il 93,6% della popolazione è di origine cinese, spesso di lingua cantonese, come la regione del Guangdong confinante.

Descritta così, l’idea di un trekking a Hong Kong non è certo immediata e ovvia. Forse è meglio aggiungere che Hong Kong si trova appena sotto il Tropico del Cancro, che meno del 25% del territorio è urbanizzato e che il 40% è ad uso esclusivo di parchi e riserve naturali. Già meglio, vero?

Hong Kong trail

Hong Kong è soprattutto un importante centro d’affari ma la sua storia e la sua conformazione geografica hanno fatto sì che venisse sempre garantita una grande importanza alla natura e oggi è, oltre a una destinazione di affari, di shopping e di divertimento, una interessantissima opzione per trekking di uno o più giorni lungo sentieri lontani anni luce dalla confusione di Queens Road e i mercati di Kowloon.

La vegetazione di Hong Kong infatti aveva subito gravi danni durante la Seconda guerra mondiale, quando Hong Kong fu colpita ripetutamente dalle truppe giapponesi. Al termine della guerra, il governo avviò un programma di irrobustimento delle foreste che ha portato a importanti successi e oggi è lì che il trekking la fa da padrone.

Perché fare trekking a Hong Kong

Sicuramente Hong Kong non è la prima destinazione che vi viene in mente quando pensate al trekking. Vi sbagliate. Le ragioni per cui la città merita di essere considerata come un riferimento per il trekking a basse altitudini sono molte:

  • I percorsi sono facilmente accessibili in autonomia: la rete metropolitana di Hong Kong, eventualmente integrata con tratti in autobus/taxi, vi permetterà di andare e tornare facilmente dai percorsi;
  • La praticità di andare e venire dai percorsi permette di organizzarsi in modo da camminare di giorno e rientrare in città la sera per poter godere anche di quello che ha da offrire e, inoltre, camminare di giorno più leggeri;
  • I percorsi sono molto ben gestiti e mantenuti: Hong Kong è una piccola città molto benestante, due caratteristiche che garantiscono una particolare attenzione ad aspetti in altri casi più trascurati, come i percorsi extraurbani;
  • I locali sono appassionati di trekking ma non troppo: i sentieri sono frequentati, in modo da non farvi sentire mai soli, ma raramente affollati (ad eccezione del Dragon’s Back, v. Hong Kong Trail);
  • Si parla inglese: gran parte delle persone che vivono a Hong Kong, e soprattutto quelle che vivono a Hong Kong Island, parlano inglese, cosa che garantisce sicurezza e praticità nelle comunicazioni; ovviamente la segnaletica è tutta in inglese;
  • Per chiudere, Hong Kong offre percorsi che all’80% si aprono sul mare, garantendo quindi ampie vedute e panorami da cartolina con il verde intenso delle isole e il blu dell’acqua.

Opzioni di trekking a Hong Kong

Hong Kong si sviluppa tra Hong Kong Island, il cuore finanziario e storico della città, Kowloon e i territori peninsulari, ad uso soprattutto residenziale e commerciale, e 200 isole di varia grandezza, in parte abitate (la più grande è Lantau, dove si trova l’aeroporto). Il punto più alto di Hong Kong è il monte Tai Mo (957 mslm).

Le opzioni di trekking a Hong Kong sono moltissime. Si tratta in gran parte di percorsi immersi nella natura e non attrezzati, caratteristica che fa di Hong Kong un caso unico: un città che permette, in pochissimo tempo, di raggiungere zone assolutamente non urbanizzate e non condizionate dal traffico cittadino. L’intera isola di Hong Kong è attraversata solo da strade costiere o eventualmente da tratti interrati in tunnel, che quindi non disturbano la foresta.

Tutto questo è probabilmente dovuto alla formazione geografica del territorio: Hong Kong Island, così come le altre isole, ha un terreno molto ondulato ed è stata difficilmente cementificata, lasciando quindi ampio spazio alla foresta. Inoltre le foreste ospitano grandi bacini idrici (chiamati “water reservoir”) che garantiscono apporto di acqua alla popolazione. Hong Kong ha infatti da sempre problemi di reperimento dell’acqua, poiché non è ricco di laghi o di riserve sotterranee di acqua dolce: il 70% dell’acqua utilizzata viene quindi importata dall’adiacente provincia cinese del Guangdong. L’acqua per il WC è invece ottenuta dalla desalinizzazione dell’acqua di mare, distribuita attraverso un sistema di tubi separato. L’acqua dolce viene depositata in riserve che possono contenere, in totale, fino a 586 milioni di metri cubi di acqua.

Ultima considerazione da tenere sicuramente a mente: la città è molto piccola e poco autosufficiente (non produce quasi niente ne’ in termini di cibo ne’ di manifatturiero) e quindi la sua popolazione deve essere calibrata alla effettiva capacità di sostentamento. Cementificare nuove zone vorrebbe dire da una parte far automaticamente aumentare la popolazione residente, dall’altra diminuire il valore (ora alle stelle) degli attuali alloggi. E gli hongkonghini ad oggi vogliono tutti tranne questo.

I percorsi di trekking si trovano un po’ in tutto il territorio. Sulla penisola (da Kowloon in su, fino ai Nuovi Territori e al confine con il Guangdong), si trovano interessanti percorsi nella natura, comprese zone paludose bonificate e parchi naturali ricchi di uccelli. Sulle isole è possibile individuare alcuni percorsi, tra cui il Lantau Trail, in zone molto poco frequentate e ancora più lontane dagli sfarzi urbani. La vera star del trekking è però Hong Kong Island che per comodità e offerta è la zona dell’ex colonia che meglio si presta ad essere la vostra meta per un trekking a Hong Kong molto speciale.

Hong Kong Trail

Il principe dei trekking di più giorni è sicuramente l’Hong Kong Trail. Aperto al pubblico dal 1985, si completa in 3 giorni per un totale di 70 km effettivi (un po’ più di 50 km quelli dichiarati, ma non tengono conto dei trasferimenti da/per il percorso e simili). L’ascesa totale, a dimostrazione dell’ondulazione dell’isola, è poco più di 4000 m.

Il percorso si svolge quasi completamente su strade non asfaltate e ad uso esclusivo dei camminatori. L’intero tragitto è segnalato con indicazioni direzionali e, ogni 500 m circa, da un segnalatore di posizione numerato.

Attenzione: non sono previsti lungo il percorso punti di ristoro, toilette o punti di assistenza. Sono invece frequenti i ripari da utilizzarsi in caso di pioggia o per un allegro picnic. Alcuni tratti del percorso sono più facilmente accessibili di altri e quindi frequentati dai locali per brevi passeggiate, ma per gran parte del tempo vi troverete immersi nella natura senza rumori artificiali. In generale, vedrete più scimmie che persone.

Il percorso è pensato in direzione Ovest, dal Victoria Peak, nel quadrante nord-occidentale dell’isola, a Big Wave Bay, sulla costa orientale. Le sezioni ufficiali vanno da 1 a 8 in questo senso. In questo modo, se vorrete, potrete godervi un bagno ristoratore al termine delle fatiche.

Noi però consigliamo di procedere in senso contrario, dalla spiaggia di Big Wave al Victoria Peak, per poter invece avvicinarvi piano piano alla città e completare l’avventura con un panorama mozzafiato su Hong Kong e i suoi grattacieli. A voi la scelta. La descrizione che segue procede in senso appunto contrario, sul sito ufficiale (v. Link utili) trovate invece la descrizione delle sezioni in ordine canonico. Non è comunque difficile seguire il percorso in nessuno dei due sensi e la fatica che dovrete patire è più o meno la stessa.

Giorno 1
Sezioni 8 – 7 – 6
Distanza: 27 km
Ascesa totale: 1116 m
Discesa totale: 1121 m

La sezione 8 comprende il famoso Dragon’s Back, un percorso in cresta a 284 mslm che offre una vista a 360 gradi sul Mount Collinson, Wan Cham Shan, Mount Parker, Redhill Peninsula, Stanley, Tai Tam Harbour, Shek O Peak e Shek O. Il tratto di percorso del Dragon’s Back, più volte premiato come uno dei migliori percorsi panoramici al mondo, deve il suo nome all’andamento sinuoso del sentiero, che ricorda dall’alto il corpo di un dragone cinese. La sezione 8 prosegue poi per un sentiero ai cui lati sono frequenti filoni di quarzo.

La sezione 7 inizia con una discesa di 700 gradini verso To Tei Wan, una spiaggia che ospita una rimessa barche e catamarani. Altamente consigliato un picnic con vista mare. Il percorso prosegue lungo la rete di canali collegati alla diga di Tai Tum Tuk per poi terminare su Tai Tam Road.

La sezione 6 prosegue lungo la riserva d’acqua di Tai Tam, lungo un percorso protetto da una foresta rigogliosa. La sezione termina a Quarry Gap su Mount Parker Road, 3 km dalla fermata della metro di Tai Koo.

Giorno 2
Sezioni 5 – 4 – 3
Distanza: 25,2 km
Ascesa totale: 1586 m
Discesa totale: 1637 m

La sezione 5 dell’Hong Kong Trail inizia con un’ascesa al Mount Bulter (436 mslm) a cui si arriva percorrendo in salita 599 gradini. In Asia è difficile che le ascese ai punti più elevati siano su percorsi a tornanti. Normalmente si prediligono i gradini, più ripidi sono meglio è. E’ una caratteristica comune, impossibile evitarli. Da lì si gode della vista della Tai Tam Reservoir, dell’isola di Lamma e della costa meridionale di Hong Kong Island. Si prosegue poi lungo un percorso in gran parte in cresta che passa per il Jardine’s Lookout, un punto panoramico (433 mlsm) che si trova nel centro geografico di Hong Kong Island e che offre quindi un panorama sul Victoria Harbour, Central, Causeway Bay e Fortress Hill. Il percorso poi prosegue verso Wong Nai Chung Gap Road, in un centro abitato.

La sezione 4 inizia con Black’s Link, una strada asfaltata fiancheggiata da lussuose ville con vista. Si prosegue poi lungo un percorso ondulato tra alberi di varia specie, tra cui l’albero dell’incenso (Aquilaria sinensis), da cui deriva il nome di Hong Kong. Il porto di Aberdeen, a sud dell’isola, era infatti il porto più importante al mondo per il commercio di questo tipo di legno. Il percorso è punteggiato di ponti in pietra di costruzione inglese e avanza lungo l’ennesima riserva d’acqua, la Aberdeen Reservoir.

La sezione 3 inizia costeggiando la Aberdeen Upper Reservoir e la Aberdeen Lower Reservoir. Il percorso, costeggiando corsi d’acqua come il Keung Fa Kan, arriva poi a Peel Rise.

Giorno 3
Sezioni 2 – 1
Distanza: 17,6 km
Ascesa totale:1364 m
Discesa totale: 1235 m

La sezione 2 dell’Hong Kong Trail inizia a Peel Rise ed è quasi interamente nei dintorni della Pokfulam Reservoir (costruita nel 1860). Il sentiero è spesso ombreggiato e in alcuni punti è possibile scorgere il panorama su Hong Kong.

La sezione 1 coincide in parte con un percorso nella foresta che porta verso la strada asfaltata Lugard Road del Victoria Peak, costruita più di un secolo fa. L’ultimo tratto è spesso affollato dai visitatori del Victoria Peak ma comunque molto piacevole. Una volta arrivati al complesso commerciale del Victoria Peak si torna in città percorrendo la ripida Old Peak Road in discesa. Questi ultimi chilometri non sono compresi nel percorso originale dell’Hong Kong Trail ma non potrete certo farvi sconfiggere da un’ultima discesa (per quanto ripidissima)!

Quando andare

Hong Kong ha un clima tropicale caratterizzato da inverni miti e estati molto umide e piovose. Basti pensare che la temperatura non è mai andata sotto lo 0. Se la città si può visitare senza problemi durante tutto l’anno (molti passaggi pedonali sono coperti e gli spostamenti si fanno o in taxi o in metro), il trekking è meglio, per praticità, organizzarlo tra Novembre e Aprile.

I mesi invernali e primaverili infatti offrono le temperature più miti (comunque intorno ai 15 gradi d’inverno e i 25 gradi in primavera) e le probabilità di pioggia più scarse. In estate invece le temperatura, anche se non eccessive, saranno amplificate dagli altissimi tassi di umidità che renderanno il vostro trekking a Hong Kong meno divertente (ma comunque non impossibile!)

Cosa portare e a cosa fare attenzione

Trattandosi di percorsi giornalieri, non e’ necessario essere particolarmente accorti nella preparazione dello zaino, ci sono pero’ alcuni oggetti che non possono mancare:

  • Crema solare;
  • Vestiti leggeri ma coprenti;
  • Acqua in abbondanza, non avrete praticamente mai modo di acquistarne durante l’intero percorso;
  • Cibo: non ci sono punti vendita in nessun punto del percorso;
  • Repellente per insetti;
  • Impermeabile;
  • Strumento per poter seguire su una mappa il percorso, che sia un GPS o una versione piu’ semplice da smartphone (il sito ufficiale di Hiking Hong Kong segnala alcune App utili da scaricare, v. Link utili).

Il percorso non presenta particolari pericoli, se escludiamo le scimmie che potrebbero rubarvi dalle mani qualsiasi cosa. Per questo motivo evitate, soprattutto quando vi trovate in zone chiaramente abitate da colonie di scimmie, di tenere in mano o nelle tasche laterali dello zaino oggetti indispensabili (cellulari!) o necessari (bottigliette d’acqua, cibo). Le scimmie sono furbe: vi faranno avvicinare fingendo indifferenza e vi sottrarranno quello che ritengono essere l’immancabile pezzo mancante alla loro collezione di refurtiva. Per il resto non sono pericolose, solamente noiose.

Informazioni generali su Hong Kong

Hong Kong inizia ad essere abitata nel 700. Si trattava di un avamposto molto interessante dal punto di vista commerciale, una caratteristica che ha segnato e segna ancora la storia della città. I primi ad arrivare furono gli arabi, poi gli europei (nel XVI secolo Macao diventa colonia portoghese) e ovviamente i cinesi.

Nel 1683 arrivarono gli inglesi, già presenti in India e interessati al commercio di seta, porcellana e tè. In questo periodo la Cina non era particolarmente interessata a nessun prodotto proveniente dall’Europa e quindi la bilancia commerciale era pesantemente inclinata verso gli stranieri.

Arrivò però dall’India una merce che si rivelò fatale: l’oppio. Le riserve d’argento dell’Impero divennero così sempre più esigue e urgeva intervenire. Tra il 1839 e il 1842 scoppiò la cosiddetta prima guerra sino-inglese (o più apertamente prima guerra dell’oppio), vinta dagli inglesi e chiusasi con il Trattato di Nanchino: la Cina perdeva con questo documento il monopolio commerciale e doveva aprire 5 porti (Canton, Xiamen, Fuzhou, Ningbo, Shanghai) agli inglesi che però non sarebbero stati sottoposti alle leggi cinesi. Contestualmente Hong Kong veniva ceduto alla Corona britannica “per sempre” a partire dal 26 giugno 1843.

I territori di proprietà inglese aumentarono con il tempo: la seconda guerra dell’oppio (1856-1860), anch’essa vinta dagli inglesi, portò all’ottenimento della penisola di Kowloon e di Stonecutter Island; la Convenzione di Pechino del 1898 invece trasferiva agli inglesi i cosiddetti Nuovi Territori.

Da questo momento in poi Hong Kong attirò regolarmente ondate di migranti cinesi che sfuggivano prima dalla Rivoluzione del 1911, poi dall’invasione giapponese del 1937 (ma nel 1941 arrivarono anche a Hong Kong) e infine dalla Rivoluzione comunista del 1949. In questa occasione, chi sfuggiva era spesso benestante e portò con sé i suoi averi, la base del rilancio economico di Hong Kong.

La politica della “porta aperta” (1973) di Deng Xiaoping in Cina portò benefici anche alla colonia britannica, che divenne in poco tempo la porta di ingresso per l’Oriente.

Rimaneva però irrisolta la questione della proprietà di Hong Kong: infatti solo Hong Kong Island e Kowloon erano ad uso “perpetuo” degli inglesi, mentre i Nuovi Territori (dove viveva la gran parte della popolazione) dovevano essere restituiti. Nel dicembre 1979 venne quindi firmata la “Dichiarazione congiunta sino-britannica sulla questione di Hong Kong” in cui si dichiara che la colonia sarebbe stata restituita alla Cina, che l’avrebbe gestita secondo il principio “un paese, due sistemi” per 50 anni. E così fu: il 30 giugno 1997 Hong Kong venne ufficialmente restituita e divenne la Hong Kong Special Administrative Region (SAR).

Dopo la dura crisi finanziaria e la diffusione dell’influenza aviaria dei primi anni 2000, Hong Kong si è sviluppata nel migliore dei modi ma deve ancora oggi risolvere molti punti in sospeso tra cui la richiesta di un maggiore grado di democratizzazione voluto dalla popolazione e i rapporti con la Cina in vista del ritorno definitivo previsto per il 2047.

Come passare il resto del tempo

Hong Kong è una città relativamente piccola ma l’offerta è molto varia e permette di passare 3-4 giorni senza mai annoiarsi. Per entrare non è necessario il visto per soggiorni brevi e la moneta in vigore è l’Hong Kong Dollar.

Il cuore della città è ovviamente Central, la parte di Hong Kong Island che si affaccia sul Victoria Harbour e su Kowloon. Le strade principali, Queens Road e Des Voeux Road Central, sono le vie dello shopping e sono piacevoli anche se molto affollate e trafficate. Des Voeux Road è anche dotata di una linea di tram d’epoca in legno a due piani su cui vale la pena fare un giro.

A Central e’ piacevole passare qualche ora all’Hong Kong Park (da non perdere la casa da tè del parco e la voliera Edward Youde) e all’Hong Kong Zoological and Botanical Garden. Tra gli edifici più interessanti, date un’occhiata alla St. John’s Cathedral, in stile inglese coloniale. Nella stessa zona è possibile prendere il Peak Tram per il Victoria Peak, meta obbligata di ogni primo viaggio a Hong Kong, da cui poter godere di una vista su tutto Victoria Harbour. Attenzione: la coda per il Peak Tram può essere infinita. E’ altamente consigliato quindi rinunciare all’esperienza Tram (comunque non indimenticabile) e optare per un taxi che in pochi minuti e con pochi dollari vi porterà a destinazione. Una volta raggiunto il Peak potete scegliere di pagare un biglietto e ammirare il panorama dalla terrazza a pagamento, rialzata rispetto alla strada, oppure procedere lungo Lugard Road (inclusa anche nella Sezione 1 dell’Hong Kong Trail), che circumnaviga il Peak e approfittare di vedute comunque altrettanto belle.

Oltre Central, anche gli altri quartieri della Hong Kong insulare meritano una visita, come Admiralty (piacevole la sede del governo di Hong Kong), Wan Chai e Causeway Bay. A ovest invece vale la pena passeggiare tra le strade di Sheung Wan, dove troverete caratteristici negozi di prodotti ittici disidratati, nonche’ il Man Mo Temple.

Gli hotel più cari ovviamente sono a Central, ma potete cercare qualcosa da queste parti più defilate (l’importante è tenere a mente che ovunque andiate le stanze saranno piccole e, spesso, poco luminose…!).

Turisticamente parlando, è interessante visitare anche Kowloon (dove troverete forse gli hotel meno cari, ad eccezione chiaramente di quelli che si affacciano sul Victoria Harbour). Potete percorrere Nathan Road e fermarvi al Tin Hau Temple, al mercato notturno di Temple Street e, questa volta è un obbligo, fermarvi per ammirare le luci notturne di Hong Kong Island dalla passeggiata lungomare chiamata L’Avenue des Stars (in parte in ristrutturazione per i prossimi anni).

Se volete uscire dalla città, le opzioni sono molte: potete fare una gita a Stanley, sul lato meridionale di Hong Kong Island, una tranquilla località di mare con una piacevole spiaggia e un parco vista mare; in alternativa potete organizzare una giornata a Macao, raggiungibile via aliscafo. Attenzione: indispensabile il passaporto visto che anche Macao è un territorio a sé stante. Da Hong Kong si può anche facilmente raggiungere la Cina ma in questo caso è necessario organizzarsi per tempo perché è necessario un visto (meglio farne richiesta dall’Italia prima della partenza). Infine, se avete bambini, potrebbe interessarvi il parco tematico Disney, situato non lontano dall’aeroporto.

Link utili

Sito ufficiale hiking a Hong Kong (informazioni aggiornate, mappe e descrizione percorsi)

Canale YouTube gestito da Hong Kong Country Parks

Sito Hong Kong Tourism Board su percorsi di trekking a Hong Kong

Guida PDF 2016 Hiking a Hong Kong pubblicata dal Tourism Board

Sempre a zonzo

Sempre a zonzo

Siamo Flavia & Simone e viviamo in Cina da 8 anni dove lavoriamo, viaggiamo e camminiamo. Siamo appassionati di Asia e abitando qua possiamo viaggiare in lungo e in largo attraverso deserti sconfinati, città caotiche, montagne altissime, campi di tè verde smeraldo e albe silenziose. Pur vivendo in una città da 23 milioni di persone, appena possiamo rallentiamo l’andatura e cerchiamo di apprezzare i dettagli e i piccoli piaceri, e il trekking ci permette di farlo nella maniera da noi preferita. Sito web: sempreazonzo.it

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