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Trekking in Vietnam settentrionale, tra risaie a terrazza e bufali d’acqua

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Al confine con la Cina, un trekking in Vietnam ti offre la possibilità di camminare a stretto contatto con la Natura in compagnia di chi queste terre le ha sempre abitate e coltivate.

Il Vietnam è un paese che suona esotico e allo stesso tempo famigliare, sia per la sua storia recente sia per essere diventato una popolare meta turistica per gli amanti delle spiagge e dei viaggi zaino-in-spalla. E’ però una destinazione molto valida anche per gli appassionati di trekking: potrai completare il viaggio con qualche giorno di camminate nel Parco Nazionale di Hoang Lien, tra risaie a terrazza, bufali d’acqua e piccoli villaggi abitati dalle minoranze.

Il Vietnam è un paese in via di sviluppo di quasi 95 milioni di abitanti. Il turismo, e soprattutto quello più attento, è un’importantissima fonte di guadagno per molte località nel paese, e indirettamente per tutta la popolazione. Tramite il turismo, le comunità sono spinte a svilupparsi localmente, si diffonde l’insegnamento delle lingue e migliorano le infrastrutture. Se poi, come nella zona del Parco Nazionale di Hoang Lien, ci si rivolge direttamente ai locali per i servizi primari (guide, alloggi, cibo), i benefici portati dal turismo sono ancora maggiori e tangibili.

Trekking in Vietnam, nel Parco Nazionale di Hoang Lien (Sa Pa)

La zona del Vietnam più famosa per il trekking è quella di Sa Pa (1650 mslm), punto di riferimento nella zona. Sa Pa si trova a una notte di treno dalla capitale Hanoi e il collegamento ferroviario è perfettamente a misura di turista: si sale sul treno a Hanoi, si dorme in una comoda cuccetta da 2 o da 4 letti (con tanto di lenzuola, cuscini e servizio bar) e ci si sveglia a Lao Cai, a pochi chilometri da Sa Pa, pronti per iniziare il trekking. Il viaggio di ritorno è altrettanto comodo e avviene anch’esso di notte per massimizzare il tempo a disposizione.

Questa zona di confine con la Cina è caratterizzata da un’area montuosa abitata da minoranze etniche comuni allo Yunnan cinese (i vietnamiti delle pianure hanno sempre snobbato la zona perché troppo difficile da coltivare). Una grande percentuale degli abitanti appartiene alle etnie Hmong e Dao. La vita in queste zone è sempre stata difficile: il terreno non permette la coltivazioni di grandi aree ma solo di piccoli terrazzamenti, senza il ricorso agli strumenti moderni. Originariamente la coltivazione più diffusa (e redditizia) era l’oppio ma oggi è il riso ad essere il più diffuso. Da pochi anni sono state aperte scuole elementari e medie per offrire nuove opportunità agli abitanti, che comunque vivono in condizioni di povertà.

La cittadina di Sa Pa, popolare località di villeggiatura al tempo dei francesi, è poco attraente (le guerre del ‘900 hanno distrutto l’eredità storica) ma a pochi passi si iniziano già a vedere le risaie a terrazza e i villaggi di contadini che caratterizzano questa zona e che sono oggi compresi nel Parco Nazionale di Hoang Lien.

Come organizzare un trekking a Sa Pa, in Vietnam

La scelta migliore per organizzare al meglio questo trekking in Vietnam è contattare una delle tante agenzie specializzate in trekking con sede a Sa Pa. La maggior parte delle agenzie impiegano personale locale, quasi esclusivamente donne che negli ultimi anni hanno imparato l’inglese. Conoscono a menadito la zona e sono sicuramente l’opzione migliore per addentrarsi nelle valli appena fuori Sa Pa, considerando soprattutto che non ci sono percorsi segnalati.

Lo sviluppo di questo tipo di turismo ha permesso a molti locali di migliorare la propria condizione lavorativa senza dover migrare in città o rinunciare all’educazione dei figli. Anzi, l’insegnamento dell’inglese è oggi visto come il principale strumento di emancipazione e crescita. E’ consigliabile contattare l’agenzia qualche giorno prima della partenza in modo da dare il tempo di abbinarvi a una guida e di organizzare i pernottamenti.

Il percorso

I percorsi di trekking sono normalmente su strade sterrate e, all’occorrenza, lungo i cordoli dei terrazzamenti. A seconda della stagione, sarà possibile assistere alle varie fasi della coltivazione del riso, attività che coinvolge tutta la comunità. Alcuni tratti invece saranno nella giungla o attraverso foreste di alti bambù.

I percorsi non sono particolarmente difficili: il dislivello è poco e le pause molte, sia per le fotografie che per imparare qualcosa in più sulle comunità locali grazie all’intermediazione della guida. Per il pranzo, sono moltissimi i ristorantini nati nei punti più frequentati per sfamare gli stranieri in cammino. Tanto riso, noodle e verdure. Quando possibile, fatti preparare sul posto un bel bicchiere di infuso con lo zenzero e la citronella: rinvigorisce!

La durata di questo trekking in Vietnam è variabile, non essendoci mete prestabilite o destinazioni particolari. Ovviamente più ci si allontana da Sa Pa, più autentica è l’esperienza perché si incontreranno meno turisti. In generale, comunque, a parte lungo i percorsi negli immediati dintorni di Sa Pa, si troveranno altri viaggiatori quasi esclusivamente alle soste per il pranzo e la sera negli alloggi. Tre-quattro giorni possono essere un buon compromesso per approfittare al massimo dell’esperienza senza che diventi troppo ripetitiva.

In alternativa, il Parco di Hoang Lien comprende anche la vetta del Fansipan (3143 mslm), la più alta dell’Indocina. L’ascesa può essere completata in 2-3 giorni di cammino. Esiste anche una funivia inaugurata nel 2013 che porta i turisti in vetta. Se conquistare una cima è sempre un’esperienza unica e affascinante, in questo caso suggeriamo di dare la precedenza al trekking tra le risaie a terrazza, vera peculiarità del posto e dal maggiore valore culturale.

Dove dormire durante il tuo trekking in Vietnam

Una caratteristica del trekking in questa parte di Vietnam è la possibilità (quasi un obbligo!) di pernottare presso le famiglie locali (o almeno quelle che ne hanno chiesto l’autorizzazione). La guida si organizzerà autonomamente in base al percorso del giorno. Alcune volte saranno case molto grandi convertite in una sorta di ostello per una decina di persone, altre volte saranno case private con 3-4 posti letto. Inutile dire che questa seconda opzione è la più interessante, ma anche gli ostelli offrono un’esperienza piacevole e permettono di conoscere altri viaggiatori.

Le case sono solitamente a due piani, in legno e bambù. I letti per gli ospiti sono di solito nel sottotetto e, come per gli altri abitanti della casa, sono costituiti da materassi sul pavimento di legno. Lenzuola e coperte sono già pronte ma è meglio attrezzarsi con un sacco-lenzuolo. Ogni letto ha la sua zanzariera. Il bagno comune è di solito in discrete condizioni e dotato di acqua calda e doccia (le famiglie che chiedono di poter ospitare turisti devono adeguarsi con un bagno moderno).

Il pernottamento prevede la cena e la colazione. Le bevande in bottiglia (il tè non manca mai) sono di solito escluse e si pagano sul posto. Normalmente si tratta di pasti molto semplici ma energetici: riso, verdure, pollo, frutta. In onore degli stranieri, sembra che l’intera comunità locale abbia imparato a preparare le patatine fritte e, per colazione, pancake. Inutile insistere che si preferisce seguire il gusto locale: ve li prepareranno comunque (e in quantità esagerate!).

La tariffa che si paga all’agenzia per l’organizzazione di un trekking in Vietnam comprende di solito la guida, i pernottamenti e tutti i pasti ma è buon uso prevedere una modesta somma per ogni famiglia ospitante e per la guida al termine del trekking. Anche pochi dollari qui possono fare veramente la differenza.

Quando andare per un trekking in Vietnam a Sa Pa

Il periodo migliore per camminare nei dintorni di Sa Pa va da marzo a maggio e da settembre a novembre. A causa dei monsoni, bisogna evitare invece la stagione delle piogge da fine maggio alla fine dell’estate. I campi rendono al massimo a fine agosto, poco prima della mietitura (che però varia da zona a zona).

I bufali d’acqua invece arrivano subito dopo, quando i campi sono ormai a riposo e devono essere concimati, appunto, dai bufali. E’ una zona in generale piuttosto piovosa e non sarà raro trovarsi bagnati durante il percorso. Fortunatamente non fa mai freddo e le case hanno sempre un fuoco per asciugare, nel caso, gli abiti bagnati.

Cosa portare

Nonostante i locali portino quasi sempre ciabatte in plastica o scarpe da tennis, per un comodo trekking in Vietnam è opportuno, da buoni abitanti di città, attrezzarsi con scarpe tecniche che riducano le scivolate nel fango e siano a prova di pioggia. Un impermeabile cerato può aiutare.

Avvertenze

Fango scivoloso a parte, fare trekking in Vietnam è abbastanza sicuro. Non ci sono infatti particolari pericoli da segnalare. I bufali sono animali mansueti e molto pigri, difficilmente si avvicineranno. In alcuni periodi dell’anno esiste il rischio di incrociare qualche serpente: il consiglio migliore è affidarsi alla guida.

Attenzione invece alle zanzare, che sono presenti in abbondanza soprattutto all’inizio e alla fine della stagione delle piogge. Le zanzare, oltre ad essere fastidiose, possono essere anche portatrici di febbre Dengue: attrezzarsi quindi con repellenti efficaci e dormire sempre coperti con le zanzariere in dotazione. In caso di punture particolarmente fastidiose o febbre, rivolgetevi alla guida.

Cos’altro vedere in Vietnam

Un’esperienza di trekking a Sa Pa prevede sicuramente un passaggio a Hanoi, la capitale del Vietnam. Hanoi ha una popolazione di 7 milioni e mezzo di abitanti e può sembrare che tutti, o quasi, siano dotati di un motorino. Hanoi è una città che, nonostante le guerre e i bombardamenti, presenta ancora segni delle occupazioni passate, soprattutto nel quartiere francese. L’anima è però il quartiere vecchio con i vicoli stretti, i marciapiedi occupati da decine di seggiolini azzurri delle bancarelle e i venditori seduti sulla porta del loro negozietto. In generale, cerca di dedicarci almeno una giornata intera, per poter apprezzare al meglio la sua frenesia e la sua storia, passeggiando tra i vicoli centrali e intorno al Lago Hoan Kiem. Una visita alla città non può che completarsi con un’occhiata al Mausoleo di Ho Chi Minh e al palazzo presidenziale.

Il Nord del Vietnam è ricco di altre località di interesse turistico. Quella più conosciuta (ma non sempre apprezzata!) è la Ha Long Bay: una concentrazione di faraglioni calcarei e isolotti verdi aperta sul Golfo del Tonchino. Ha Long Bay è Patrimonio UNESCO e quindi tutti, ma proprio tutti, scelgono di buttarsi nella folla di barche e di visitare solo ed esclusivamente questa parte di costa. In realtà anche le zone limitrofe offrono lo stesso paesaggio, con il vantaggio di essere quasi deserte. Vale la pena quindi fuggire delle proposte di una gita in giornata (!) e scegliere invece di passare qualche giorno a Cat Ba Island. Da lì sarà possibile trascorrere una piacevole giornata in solitudine a Lan Ha Bay e Bai Tu Long Bay: non ne rimarrai delusi!

Spostandosi verso Sud, il Vietnam centrale ha il suo centro nelle città storiche di Hue, l’antica capitale imperiale, e Hoi An, uno dei più importanti porti del paese al tempo dei viaggi via mare. Per spostarsi lungo lo stretto corridoio consigliamo di approfittare dei treni notturni o dei collegamenti aerei. Hue fu capitale tra il 1802 e il 1945 e si trova sull’esotico Fiume dei Profumi; è forse il vero centro culturale vietnamita e merita sicuramente una visita approfondita. Hoi An ha perso parte del suo fascino esotico e di città portuale coloniale, ma è ancora interessante e piacevole.

Il Vietnam meridionale si muove invece intorno a Ho Chi Minh City, ex Saigon, ora una città più moderna rispetto al resto del paese e con meno attrattive turistiche della capitale a Nord. Il Sud finisce con il delta del Mekong ed è in questa zona che si trovano le migliori spiagge del paese: Mui Ne, le isole Con Dao e Phu Quoc. Per chi preferisce invece la frescura delle colline, Dalat è una soluzione interessante anche per qualche escursione a piedi o in bicicletta tra residenze coloniali francesi e campi da tè.

Un viaggio in Vietnam non è completo senza aver provato la gustosa cucina locale, soprattutto quella di strada e dei piccoli ristorantini frequentati dai locali, e senza aver provato il caffè, vera bevanda nazionale servita in decine di modi diversi e che sicuramente ti lascerà un ricordo ancora più delizioso di questo paese tropicale.

Quando andare in Vietnam

Il Vietnam, con la sua forma così allungata, è caratterizzato da un quadro climatico molto vario e quindi è difficile individuare una stagione più adatta. Il fattore da tenere maggiormente in considerazione è la pioggia: le vie di comunicazione, anche quelle più vicino alle città, possono risentire molto degli allagamenti e il rischio è di rimanere bloccati in una località a scapito della propria sicurezza e del programma di viaggio.

Il periodo migliore per visitare il Nord è da ottobre a dicembre. L’estate è molto calda e bagnata. La zona di Sa Pa è molto calda e non praticabile in estate (considerando che il fango c’è anche quando non piove…) e molto fredda in inverno (non è rara la neve).

Il periodo migliore per visitare la zona centrale è da febbraio a maggio, mentre piove da settembre a febbraio. L’estate è molto calda e tra agosto e ottobre sono frequenti le piogge torrenziali e i tifoni.

Il periodo migliore per visitare il Sud è da dicembre ad aprile, mentre piove da maggio a novembre. La temperatura però è più costante ed è di solito tra i 20 e i 40 gradi (soprattutto tra marzo e maggio).

Se il viaggio, come spesso accade, prevedere di visitare l’intero paese, è consigliabile programmarlo per la primavera (Marzo e Aprile) o per l’autunno (Settembre-Dicembre).

Vietnam: un po’ di storia recente

Visitare un paese vuol dire anche impararne la storia, in Vietnam più che altrove.

La storia del Vietnam è costellata da dominazioni straniere. La prima, e forse la più significativa da un punto di vista culturale, è stata quella dei cinesi: l’impero celeste conquistò il delta del Fiume Rosso (quello che passa da Hanoi) nel II sec. a.C. e ci rimase per 1000 anni. Durante questo lunghissimo periodo il Vietnam subì la dominazione ma acquisì anche alcune importanti conoscenze (per esempio come costruire dighe e canali di irrigazione, ovvero la base per la produzione in grande scala di riso). Arrivarono anche il confucianesimo, il buddhismo, il taoismo e l’induismo, e insieme alle religioni arrivarono anche nozioni scientifiche e mediche essenziali per lo sviluppo della civiltà.

Dopo un periodo di indipendenza durato circa due secoli, nel XIII secolo fu la volta dei mongoli del Kublai Khan che volevano andare a combattere il regno Champa (nel Sud) passando per il Vietnam ma furono respinti.

All’inizio del XV sec. i cinesi decisero di riprendersi il Vietnam ma già nella seconda metà del secolo scoppiarono focolai di ribellione e i cinesi vennero sconfitti. Già che c’erano i vietnamiti diedero il colpo di grazia anche al regno Champa del Sud e iniziarono a loro volta a colonizzarlo.

Nel 1516 arrivarono i primi europei, i naviganti portoghesi che si stabilirono a Hoi An, insieme a giapponesi e cinesi.

Nel XVII e XVIII secolo il Vietnam rimase comunque diviso in due: il nord appoggiato dagli olandesi e il Sud appoggiato dai portoghesi. I cinesi cercarono di approfittare di questa situazione frammentata ma vennero sconfitti.

Il Vietnam venne finalmente riunificato da Nguyen Anh nel 1802 e Hue fu dichiarata capitale.

Nel 1847 i francesi attaccarono il porto di Danang in risposta all’incarcerazione di due missionari. Il pretesto era banale ma il risultato importante: Saigon fu conquistata nel 1859 e nel 1862 l’imperatore Tu Duc cedette ai francesi tre province orientali della c.d. Cocincina. Nel 1883 i francesi conquistarono Hue e imposero un Trattato di Protettorato.

In questi decenni si iniziano a definire veri e propri movimenti indipendentisti, tra i quali il più organizzato era quello comunista, fondato da Ho Chi Minh a Canton nel 1925 (poi chiamato Viet Minh).

Nell’Agosto 1945, dopo anni di malgoverno, carestie e siccità, Ho Chi Minh promosse la c.d. Rivoluzione d’Agosto e il 2 settembre proclamò l’indipendenza e la riunificazione del paese. I francesi ovviamente reagirono male alla dichiarazione di indipendenza e mandarono i paracadutisti. L’indipendenza era durata pochi mesi.

Di lì a poco a Hanoi una nuova ondata di disordini segnò l’inizio della c.d. guerra d’Indocina. Durò 8 anni, fu persa dai francesi a Dien Bien Phu e gli accordi di Ginevra stabilirono la divisione del Vietnam in due zone separate al 17° parallelo. Non era però ancora finita.

Nel 1959 iniziò lo scontro tra il Nord, rappresentato dal c.d. Fronte di Liberazione Nazionale (Viet Cong), e il Sud, sotto la diretta influenza degli americani. La guerra del Vietnam (che i vietnamiti chiamano guerra americana) non fu mai ufficialmente dichiarata ma si diffuse anche, altrettanto ufficiosamente, in Cambogia e in Laos.

Il 27 gennaio 1973 vennero firmati gli accordi di Parigi che decretarono l’uscita di scena degli americani. Il 30 aprile 1975 i carri armati del Nord entrarono nel Palazzo dell’Indipendenza e fu firmata la resa a Saigon, ribattezzata Ho Chi Minh City. Si stima che le vittime americane furono piu’ di 58.000, quelle sudvietnamite 225.000 e quelle nord-vietnamite oltre 1.000.000. Circa 4 milioni di civili rimasero feriti o uccisi e 300.000 vietnamiti e 2.200 americani risultano ancora dispersi. Questo senza considerare l’effetto di lungo periodo sulle persone e sull’ambiente dell’Agente Arancio e del Napalm.

Dopo decenni di guerre e una difficile ripresa, il Vietnam ha con il tempo intrapreso un percorso di sviluppo purtroppo molto poco sostenibile che ha favorito la rapida crescita del settore manifatturiero. Oggi è a tutti gli effetti un paese in via di sviluppo: si spera che con lo stabilizzarsi della situazione economica possano essere intrapresi percorsi di recupero delle risorse naturali e di sensibilizzazione verso i temi ecologici e di eguaglianza sociale.

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Sempre a zonzo

Siamo Flavia & Simone e viviamo in Cina da 8 anni dove lavoriamo, viaggiamo e camminiamo. Siamo appassionati di Asia e abitando qua possiamo viaggiare in lungo e in largo attraverso deserti sconfinati, città caotiche, montagne altissime, campi di tè verde smeraldo e albe silenziose. Pur vivendo in una città da 23 milioni di persone, appena possiamo rallentiamo l’andatura e cerchiamo di apprezzare i dettagli e i piccoli piaceri, e il trekking ci permette di farlo nella maniera da noi preferita. Sito web: sempreazonzo.it

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