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Seconda settimana sulla Via de la Plata
250 km da El Real de la Jara a Canaveral per la seconda settimana sulla Via de la Plata, attraverso paesaggi quasi desertici che mettono a dura prova il pellegrino
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Da El Real de la Jara a Cañaveral la Via de la Plata è meravigliosa. Il panorama che mi circonda e quello che si riesce ad ammirare dall’alto dei colli ripaga tutta la fatica. La scarsa umidità e la quasi totale assenza di pioggia ancora plasmano una natura brulla e secca, ma si nota col passare dei chilometri un lento cambiamento del paesaggio.
Il numero dei pellegrini è rimasto sempre uguale da quando sono partito. Ho notato però un aumento dei ciclisti, che coprendo distante nettamente maggiori dei camminatori, passano, salutano e corrono via, presenze quasi da comparsa lungo il Cammino.
Il cibo è buono e i costi sono allineati a quelli sugli altri cammini. Il menù del pellegrino è molto vario e cambia a seconda di dove ci si trovi; si aggira intorno ai 7€ – 10€ e comprende un pasto completo, sano e nutriente, adatto insomma alle esigenze di un pellegrino ( primo, secondo, dolce, vino, caffè e acqua).
I mezzi, come autobus e taxi, sono sempre molto efficienti e offrono diverse scelte di orari e tratte. Io purtroppo ne ho avuto bisogno per una tendinite e mi sono trovato molto bene.
La segnaletica lungo la Via de la Plata
La segnaletica si sta rivelando un po problematica. Certo, i segnali non mancano, ma in alcuni punti devi, diciamo, “interpretare” i segni e cercare di capire da che parte ti mandano. Sui lunghi rettilinei di frecce non ce ne sono molte, e se non sei sicuro di aver preso la direzione giusta al precedente svincolo rischi di farti prendere dal dubbio. Quindi è necessario fare moltissima attenzione, e ai bivi devi anche controllare sotto la vegetazione, perché questa, crescendo, può coprire i segnali presenti. Per questi motivi, se si parte la mattina prima dell’alba, è consigliabile essere muniti di una torcia molto potente che illumini anche la strada in lontananza, così da vedere anche i segnali più nascosti.
Via de la Plata d’Agosto, un cammino psicologico
A due settimane dall’inizio della mia avventura, se dovessi fare una breve riflessione, non avrei dubbi nel dire che la Via de la Plata fatta in estate è un cammino psicologico. Non solo il forte caldo, che raggiunge nel pomeriggio i 45 gradi, ma anche l’estrema solitudine in cui si trova, mette davvero alla prova. Non si tratta solo del camminare da solo, che comunque, facendolo tutti i giorni, stanca, ma nel trovare gli ostelli e i paesi nei quali si alloggia quasi deserti, senza la possibilità di instaurare un rapporto duraturo con qualcuno.
Capita quindi di dover affrontare momenti di crisi, nei quali si è tentati di abbandonare e rinunciare al Cammino. Qualche giorno fa ho vissuto proprio uno di questi momenti, demoralizzato, oltre che da caldo e solitudine, anche da condizioni fisiche precarie, dolorante per un principio di tendinite. Non avere nessuno con cui parlare, sfogarsi o che ti dia qualche parola di conforto è dura. Per fortuna ho potuto contare sul sostegno e la forza di un gruppo di amici pellegrini conosciuti due anni fa sul Cammino Francese, che mi hanno incoraggiato ad andare avanti, a riposarmi il tempo utile e a non mollare.
Un simpatico aneddoto
Sono già alla mia seconda settimana sulla Via de la Plata e ieri mattina, proprio dopo il mio giorno di riposo, pieno di spirito e carico di energie, comincio ad ascoltare un po di musica. Scelgo i Pooh, che comincio a cantare a squarciagola usando il mio bastone come microfono, ballando e facendo mossette in mezzo alla strada. A un certo punto sento qualcuno dietro di me cantare con me sulle note di Piccola Ketty, mi giro e vedo un ragazzo in bici, divertito dalla mia esuberante performance. Scopro poi che si tratta di uno spagnolo che ha lavorato per un po in Italia, e che quindi conosceva la canzone. Ci salutiamo e continuiamo, ognuno col suo passo, a riempire questo deserto di musica.
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GALLERIA
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MATTEO SCALISE
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Ciao, mi chiamo Matteo, ho 32 anni e abito a Briosco, un piccolo paese della Monza e Brianza. Faccio il muratore ma il mio sogno è di aprire un albergue sul Cammino di Santiago, in particolare sul Cammino Francese, nel tratto che da Roncisvalle va a Burgos. Ho fatto il Cammino Francese e quello di Finisterre nel 2014 e ora, nel 2016, sto percorrendo la Via de la Plata.
Amo fare il Cammino perchè credo che qui SI VIVI DAVVERO! Ti fa sentire libero di decidere e di fare ció che si vuole, di vivere in pace con se stessi e con le proprie scelte!
Ho cercato in questi due anni di portare la vita del cammino a casa con me, e in parte ci sono riuscito, inciampando a volte, ma tornando sempre sulla strada giusta.
Come dissero nel film Il cammino di Santiago ” La vita si vive, non si sceglie”.
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