Cammino di San Salvador – Tappa 3 – Travel Blog

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Terzo giorno e ultima tappa di montagna. Il Cammino di San Salvador entra nelle Asturie

Partiamo da Poladura de la Tercia che sono le sette. Ha da poco albeggiato, ma il cielo, coperto da nuvole minacciose, non accenna a brillare. Le previsioni hanno messo pioggia per il pomeriggio, e le nuvole che ci inseguono sono la dimostrazione che la minaccia è più che reale.

Cammino di San Salvador

Il sentiero parte subito in salita. Le barrette  energetiche e una mezza tavoletta di cioccolata, comprate due giorni prima, ci permettono, vista l’assenza di un bar, di fare una discreta colazione e di affrontare con le giuste energie un’altra dura tappa.

Lungo i 340 m di salita i paesaggi si fanno ad ogni passo più belli! Davanti ai nostri occhi il verde dell’erba diventa più intenso, e le rocce assumono forme sempre più strane.

Cammino di San SlavadorBasta qualche centinaio di metri e il paese sparisce dietro uno sperone di roccia. Ci troviamo così completamente avvolti dalla natura, immersi nelle sue meraviglie, nel cuore più intimo e vero delle sue montagne. Ci giriamo indietro ad ammirare il panorama e un raggio di sole filtra la nebbia per illuminare un angolo di valle. Col sorriso affrontiamo la salita fino alla Cruz de San Salvador a quota 1452m. La vista è incantevole, ma appena giriamo l’angolo notiamo un altro importante pezzo di salita. Per fortuna la strada è agevole, ben segnalata e non molto dura.

Cammino di San Salvador

Una volta in cima lo spettacolo ripaga ogni sforzo!! Siamo sul Canto La Tusa, nel punto più alto del Cammino di San Salvador, a quota 1570m. Ci perdiamo qualche minuto in contemplazione, e nel silenzio celebriamo la magia e la bellezza di questo luogo meraviglioso. Quel senso di pienezza e benessere ci ricorda delle tantissime persone che ancora oggi non sono capaci di apprezzare e di proteggere il mondo in cui vivono, di beneficiare della sua pace, della sua armonia, e di capire la profonda simbiosi che li unisce.

Dal Canto La Tusa a Pajares

Riprendiamo il passo e dopo una lunga serie di sali e scendi arriviamo a Pajares.

La discesa risulta a tratti molto impegnativa per le ginocchia e attraversa alcuni campi con mucche e pecore in libertà, quasi sempre sorvegliate da un cane pastore. Il suo forte abbaiare può spaventare, ma sarà sufficiente passargli alla debita distanza per smorzare la sua rabbia.

A Puerto Pajares un cancelletto segna il confine tra Castilla y León e Asturias. Vediamo infatti il primo mojon.

Cammino di San SalvadorUn sentiero nel bosco conduce ad un bivio: Pajares da una parte e San Miguel dall’altra. Se non dovete fermarvi a Pajares vi conviene seguire per San Miguel, risparmierete qualche chilometro. Ricordate però che non troverete bar fino a Campomanes.

Noi prendiamo quindi per Pajares. Molti nostri amici pellegrini si fermano lì per la notte, ma noi vogliamo solo prendere da mangiare e continuare fino a Bendueños. Arriviamo che il bar è chiuso. Panico.

Andiamo all’albergue sperando di trovare qualcuno e l’hospitalera, Marisa, gentilissima, chiama la proprietaria del bar chiedendo di farci due panini. Cinque minuti e il bar è aperto, i nostri panini pronti e tutta la gente del paese riversata dentro. Qui lasciamo tutti i nostri compagni di viaggio, tranne Gregorio il catalano, che come una freccia sarà gia arrivato a destinazione.

Da Pajares al Santuario e Albergue di Bendueños

Riposato, molto (la discesa è stata davvero faticosa) riprendiamo il cammino. I sentieri, pieni di fango e pietre scivolose non aiutano il passo, che rallenta e diventa via via più faticoso. Comincia anche a piovere e camminiamo per un paio d’ore con le scarpe e i piedi completamente bagnati.

Finalmente alle cinque e mezza arriviamo ad Herias, un piccolo caseggiato a qualche chilometro da Campones, dove chiamiamo Sandra per venirci a prendere e portarci all’albergue, distante 1,5 km da lì. I chilometri sono stati tanti, troppi, soprattutto in quelle condizioni. Cammino di San SalvadorPer fortuna Bendueños è un incanto, sia il Santuario che l’albergue.

Ricavato da un’antica casa in pietra ristrutturata, si affaccia su un panorama incantevole. Dentro 8 posti letto a castello, una stufa a pallet che riscalda l’ambiente, una cucina, piccola ma ben attrezzata e tre bagni con doccia. L’atmosfera è calda, accogliente, dall’ arredamento particolare. E la cena preparata da Sandra molto buona e abbondante. Il frigo pieno di ogni prelibatezza è a disposizione.

Ritroviamo il nostro amico Gregorio e una signora, madrilena di nascita ma residente da molti anni negli Stati Uniti, che ci racconta di esser lì da ormai 5 giorni, innamorata di questo luogo e in attesa del momento giusto per riprendere il Cammino di San Salvador.

Proprio di fronte alla stufa due divani giganti offrono un luogo di relax e benessere, e l’olio di calendula fatto in casa da Sandra allieva un po i dolori di piedi e gambe. Davvero un luogo magico dove trascorrere del tempo e recuperare le energie per il giorno successivo.

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Deborah Torreggiani

Deborah Torreggiani

Ciao, sono Deborah e faccio uno dei lavori più belli che ci siano, organizzo viaggi a piedi viaggiando! Zaino, scarpe da trekking e un Mac portatile è tutto quello che mi serve per esplorare nuovi cammini e creare nuove esperienze di viaggio. Sono ottimista per natura e sempre pronta a nuove avventure. Esplorare in lungo e in largo gli Stati Uniti è il mio grande sogno, e non vedo l’ora di realizzarlo.

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