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Si è svolto ad Assisi, dal 16 al 19 Giugno 2019, il primo Slow Way Festival d’Italia, organizzato dal direttore della Borsa Turismo Religioso Internazionale Nicola Ucci.
A fare da sfondo ai lavori è stato il magnifico Palazzo di Montefrumentario, una delle tantissime bellezze di questa città unica al mondo. Tanti gli incontri e le tavole rotonde organizzate, così come le personalità di spicco invitate. Forte anche la presenza delle istituzioni a livello comunale, provinciale e regionale, simbolo di unità di intenti e interessi sul tema dei Cammini e dello sviluppo lento e sostenibile dell’Umbria.
Una tavola rotonda dal titolo “L’Europa dei Cammini. Le migliori esperienze a confronto” apre la 4 giorni di incontri, chiamando a sé personalità importanti del mondo del cammino e del viaggio a piedi in Europa:
Il confronto tra queste diverse esperienze permettono a loro e a noi tutti di cambiare prospettiva e imparare a costruire “prodotti turistici” sempre più validi ed efficaci. E sono i numeri e il loro studio a dare come sempre la dimensione esatta e prospettica della realtà che si h di fronte, e che a volte, forse perché troppo coinvolti e chiusi, non si riesce a cogliere.
Parlando di Cammini si scopre che il Cammino di Santiago, solo nell’anno 2018, ha certificato 327 mila presenze, a fronte delle circa 30 mila della Via Francigena. Quello che emerge è però la qualità del dato statistico: mentre per il Cammino compostelano i dati sono certi (ogni persona che si reca all’Oficina del Peregrino di Santiago de Compostela per ritirare la Compostela deve infatti compilare un foglio con i suoi dati personali e quelli inerenti al suo pellegrinaggio), per la Via Francigena i numeri vengono definiti dallo stesso Tedeschi “a spanne”. Avere un valido strumento di misurazione è il primo passo per capire un fenomeno e realizzare un progetto valido. Non sapere nulla su chi utilizza il tuo “servizio” non ti permette di capire le sue esigenze e portare avanti dei miglioramenti tangibili, quindi credo che il primo passo da fare ora sia ideare uno strumento di misurazione valido anche per la Via Francigena.
Da prendere a modello è sopratutto l’esperienza di Robert Azais con la sua Federazione Francese di Randonnée Pedestre, un grandissimo esempio di turismo lento e attivo per tutti coloro che amano camminare e lavorare in questo ambito. Personalmente siamo rimasti molto colpiti ed entusiasti della sua presenza, sia perché i GR sono una realtà mastodontica in Europa, sia perché rappresentano un sistema che funziona e che dà ricchezza e sviluppo “sano” a piccole e grandi realtà.
Nel suo intervento ha mostrato un pò di numeri e sono impressionanti:
Questi dati dimostrano sia la grande attenzione che la Federazione francese riserva alla misurazione del fenomeno, sia alle immense potenzialità di sviluppo territoriale che anche l’Umbria e l’Italia potrebbero avere investendo in questo settore.
I numeri sono importanti, ma altrettanto centrali sono le idee e la vision su cui deve costruirsi e svilupparsi la nostra idea di futuro. Perché non conta solo sapere a che punto siamo della scalata, conta ancor di più essere consapevoli di dove vogliamo andare e dei passi da fare per ottenere il Mondo che desideriamo. Ecco, questa consapevolezza l’abbiamo ritrovata nell’impegno e nella voglia dei relatori di includere l’idea di Europa nei loro discorsi. Siamo in un momento storico in cui c’è bisogno di parlare di Europa non più solo in termini economici e amministrativi, ma anche e soprattutto come contenitore di valori condivisi, come sostrato culturale a cui tutti noi ci rivolgiamo e ci affidiamo nella creazione del nostro vivere sociale e delle nostre relazioni con gli altri.
Su questa scia è giusto dare rilievo a un’iniziativa che credo rispecchi a pieno questo tentativo di unione, la creazione degli Itinerari Culturali Europei. Il progetto prende il via con la Dichiarazione di Santiago de Compostela del 1987 e [.. il loro scopo è quello di creare una rete di persone e luoghi legati tra loro grazie a una storia e a un patrimonio comuni ]. Arrivati a quota 38, tra gli Itinerari Culturali Europei troviamo, tra gli altri, il Cammino di Santiago e la Via Francigena.
Un aspetto del discorso di Massimo Tedeschi che abbiamo particolarmente apprezzato è che non ha mai cercato di fare un paragone con il cammino di Santiago. É ovvio che come numeri rimane sempre un metro di giudizio importante, ma non si è fossilizzato su questo. Ha analizzato la situazione e ha parlato della Via Francigena non prettamente come un pellegrinaggio ma come un itinerario culturale europeo che unisce le diverse anime del camminatore. Un Cammino laico, aperto a tutti coloro che amano camminare e condividere le loro esperienze con altre persone, lontano da logiche moralistiche e “puritane”.
Di tutt’altro genere l’intervento, nel corso della seconda giornata di questo Slow Way Festival, di Ilaria Bruzzechesse e Sergio Sarnari di vaticano.com, un sito indipendente che si occupa di turismo religioso. Con la collaborazione dell’ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) hanno presentato un interessante Report sul Turismo Religioso, fotografando numericamente una realtà turistica ancora poco conosciuta e valorizzata. Si stima infatti che in Italia il turismo religioso raggiunga gli 8,6 milioni di turisti annui, e che negli ultimi 6 anni si sia ritagliato una fetta dell’1-4% del turismo totale. É vero che la percentuale non è molta, ma se venissero ideati prodotti turistici ad hoc e aumentata la sinergie tra i diversi attori del settore, credo si potrebbe ottenere molto di più sia in termini numerici che qualitativi. Un tema su cui riflettere e certamente da approfondire per gli addetti ai lavori (per una più completa panoramica è possibile scaricare il report al seguente link). Report Turismo Religioso
Questo Slow Way Festival ha quindi confermato che il settore dei cammini si sta inserendo sempre di più nel settore turistico italiano e internazionale, fatto non solo di pellegrini ma sempre più di camminatori che hanno bisogno di un macchina ben strutturata per poter viaggiare a piedi.
CoFounder APIEDIPERILMONDO Ciao sono Deborah Torreggiani, Consulente di viaggio e Travel Blogger, Editor e Co – Founder di Apiediperilmondo.com. La nostra missione è racchiudere in un solo portale tutte le informazioni sui viaggi a piedi, attraverso le nostre esperienze e il nostro lavoro. Creo dei testi chiari e ricchi di informazioni per aiutarti a trovare tutto ciò che cerchi.
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2 risposte
Leggendo l’articolo sullo Slow Way Festival per un’Italia dei Cammini di Assisi mi ha colpito particolarmente il dato relativo ai costi “50€ al giorno di spesa media a escursionista”.
Ho fatto l’intero Cammino di Santiago 2 anni fa con mio figlio (partendo da Saint Jean Pied de Port) e abbiamo speso in media dai 20 ai 25 euro al giorno. Se si vogliono incentivare i cammini in Italia penso non si debba pensare esclusivamente al business. Prendiamo per buoni i dati che ci hanno fornito i francesi ma cerchiamo di fare meglio.
Buonasera Cristina, grazie per il tuo feedback.
Il dato che leggi si riferisce all’escursionismo in Francia, trekking insomma e non cammino. Capisco che la tua spesa sia stata bassa, ma non credo che chi affronta un viaggio a piedi lo faccia solo per pagare poco e ridurre i costi; anzi, ci sono persone che amano camminare e che giustamente, alla fine della giornata, vogliono la loro camera privata e tutte le comodità del caso. L’Italia dovrà quindi pensare a tutte le tipologie di camminatori, da coloro che preferiscono spendere poco a quelli a cui non interessa.
Grazie,
Vincenzo