Il 20 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Felicità. La ricorrenza è stata istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) il 28 giugno 2012 con una risoluzione nella quale si afferma che:
“L’Assemblea Generale […] Consapevole del fatto che la ricerca della felicità è un obiettivo fondamentale dell’umanità […]. Riconoscendo inoltre la necessità di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuove lo sviluppo sostenibile, l’eliminazione della povertà, la felicità e il benessere di tutti i popoli […] invita tutti gli Stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali e regionali, così come la società civile, comprese le organizzazioni non governative e gli individui, ad osservare la Giornata Internazionale della Felicità in modo appropriato, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica […]”
Promuovere la felicità significa orientare le persone verso scelte che contribuiscono alla realizzazione del bene per sé e per gli altri. Noi ci proviamo diffondendo l’arte del camminare, che dà la possibilità di vivere tutte e quattro le forme fondamentali di benessere e soddisfazione che appartengono all’essere umano:
- il piacere immediato, che è collegato agli stimoli dei nostri cinque sensi e si manifesta in una gradevole reazione fisiologica che ci coinvolge nella nostra interezza
- la felicità che si manifesta nel sentirsi in armonia con se stessi e con la vita
- la felicità che si ritrova nel processo di espressione delle proprie capacità in un fare e si realizza attraverso il lavoro, un’arte, un hobby, lo studio, un mestiere
- la felicità che ha nell’amore, in tutte le sue forme, la più gradevole fonte di gratificazione.
Per realizzarci nella nostra interezza tutti e quattro questi campi dovrebbero avere il giusto spazio nella vita di una persona e, più nello specifico, ciò significa:
- concedersi momenti di appagamento quotidiano attingendo alla musica, al cibo, ai profumi, alla natura e a tutto ciò che può creare una innocua dipendenza perché immediatamente collegata alla produzione di serotonina; a volte, questi piaceri necessitano di un tempo di astinenza per essere pienamente goduti (con moderazione)
- sviluppare la propria autonomia e, quindi, il rapporto con se stessi, riuscendo a manifestare il più possibile una scelta libera, indipendente e integrata con la propria identità, non limitata o condizionata a priori; sentire, inoltre, che da questa libertà emerge un’emozione più autentica nei confronti della vita perché consapevoli di chi si è
- esprimersi in un fare e, quindi, in un’attività finalizzata alla realizzazione di un prodotto, allo studio, all’acquisizione di competenze, allo sviluppo professionale e alla crescita all’interno di contesti lavoratotivi, ma anche come hobby o volontariato; mettere in gioco la propria creatività, allenare i propri talenti, ampliare le proprie facoltà intellettuali
- costruire buone relazioni, in famiglia, in amore e amicizia, nei rapporti di collaborazione, nelle comunità, coltivando sentimenti di sorellanza e fratellanza, valorizzando la condivisione e lo scambio; ridare alla convivialità e alla socialità il giusto peso, liberandole da convenzioni e sfruttamenti, ma recuperando spontaneità e umanità
Per queste aree non può valere la legge di compensazione: una piena soddisfazione in un ambito non risolve, sul lungo periodo, la frustrazione in un altro; tutte devono trovare il loro spazio.
Esse non sono, inoltre, comparabili con i bisogni fisiologici dell’essere umano, richiedono uno sforzo ulteriore: si può vivere anche senza soddisfare i propri desideri di felicità, le uniche conseguenze sono il malessere e la sofferenza interiore. A voi la scelta.