La fuga è spesso associata ad una manifestazione di debolezza, di vigliaccheria o di mancanza di serietà nell’assumersi le proprie responsabilità. C’è chi scappa dagli obblighi e dagli impegni, dal proprio senso di inadeguatezza, o magari per vergogna, per imboccare scorciatoie e nascondersi. Nell’immaginario comune, infatti, colui che fugge cerca di evitare una situazione che lo intimorisce o davanti alla quale non si sente all’altezza e, per questo, è deriso o mal considerato.
Fuggire, però, non significa solo dileguarsi nel nulla o eludere un problema. In realtà è anche un meccanismo di sopravvivenza che scatta quando ci troviamo di fronte ad un possibile pericolo o danno per la nostra persona, sia fisico che emotivo: un istinto animale, salutare, che, insieme al suo opposto (lottare), ci permette di salvaguardare la nostra vita.
Di conseguenza, quando non riusciamo a prendere una situazione di petto e combattere, ma, anzi, siamo bloccati e paralizzati, in preda a conflitti interiori, continui interrogativi e una condizione elevata di stress, l’unica vera alternativa per il nostro benessere è proprio quella di andarsene via.
A volte, invece, anche se non riusciamo più a reggere una tensione, ci perdiamo in pensieri senza via d’uscita, ci trasciniamo tra frustrazioni e tristezza o, al contrario, tra ritmi troppo elevati e agitazione, ci convinciamo che sia giusto resistere ed insistere, magari a scapito della nostra salute. Nonostante la stanchezza e la mancanza di energie, l’immobilità e le incertezze riguardo al futuro, rimaniamo in balia dell’ansia e dell’eccessiva preoccupazione, senza capire come uscirne.
Se sentiamo di “essere alla frutta”, di aver speso e dato tutto e, nonostante questo, non aver cambiato nulla, se continuiamo a mettere in atto gli stessi atteggiamenti, rischiando poi di ricadere nei vecchi errori, è arrivato il momento di mettersi in cammino!
Camminare ci aiuta a fuggire dai problemi e allontanarci per un pò da tutto.Può essere davvero la decisione migliore da prendere per dedicare un po’ di tempo a se stessi e tornare a sentire quel senso di libertà interiore che ci appare così sacrificato. Può diventare un’opportunità per staccare la spina, per distogliere l’attenzione da ciò che ci disturba, stare lontano da chi ci circonda, vivere in uno spazio e in un tempo diversi, riportare equilibrio.
Camminando, passo dopo passo, possiamo riprendere a respirare naturalmente, senza affanni, vedere il mondo con occhi nuovi, cambiare prospettiva e riappropriarci così della fiducia e della forza necessarie per affrontare la situazione in maniera differente.
“In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”
Henri Laborit
Fuggire, quindi, non significa necessariamente scappare (da se stessi, da qualcosa o qualcuno) oppure negare di avere una difficoltà, ma, anzi, può essere un modo per rimettere a fuoco le priorità, fare chiarezza sulle cose per noi importanti, ridare significato alla propria esistenza in una chiave personale, soprattutto quando sono i condizionamenti esterni a toglierci il fiato.
Camminare, lontano dal contesto in cui si è immersi, permette di creare quel sano distacco dalla realtà che aiuta a vedere con uno sguardo più consapevole la rete delle convenzioni sociali e dei pregiudizi dentro cui siamo incastrati e a prenderne le misure. Può essere così un mezzo per ricercare, scoprire o creare un nuovo modo di vivere, più in sintonia con i propri valori e desideri.
Il movimento lento del viaggio a piedi contribuisce ancor di più a rallentare il vortice dei pensieri e delle emozioni contrastanti, donando loro la giusta armonia e lasciare emergere la parte più profonda e autentica di noi, quella che sa sempre indicarci la strada migliore da prendere.