Chi si avvicina al mondo dell’arte in qualità di turista non può non venir rapito dall’affascinante quanto misterioso mondo della simbologia. Conoscere e scoprire il significato che si cela dietro le immagini permette di capire e di comprendere più coscientemente ciò che stiamo guardando. Si tratta di un ambito di studio sempre in divenire, aperto a mille interpretazioni e teorie. Risulta quindi difficile, per i non addetti ai lavori, possedere un quadro completo ed esaustivo sull’opera d’arte che si sta ammirando.
Sebbene siano tantissimi gli elementi che non andremo a trattare qui, dopo questa breve descrizione la Cattedrale di Bitonto vi risulterà di certo più familiare e comprensibile.
Ora facciamo un passo indietro e andiamo a capire meglio il contesto storico nel quale verrà ideata e costruita la Cattedrale di Bitonto.
Perché il Romanico pugliese? Contesto storico della sua nascita
La Cattedrale di Bitonto, massima espressione del Romanico pugliese, è una delle migliori testimonianze di un passato, quello pugliese, a metà tra Oriente e Occidente.
La Puglia, conquistata dai romani nel corso del III secolo, comincia fin da subito a ricoprire un ruolo di primo piano nei commerci tra Roma e i mercati orientali. La ricca produzione di olio e grano, insieme alla sua posizione privilegiata nel Mediterraneo, ne fanno un perfetto ponte tra due mondi. Sottomessa prima ai Normanni, poi al potere di Bisanzio tra il IX e l’XI secolo, vede accentuarsi il suo aspetto “cosmopolita”. Questo si riflette ben presto in un linguaggio artistico e architettonico davvero unico, che trova espressione appunto nel Romanico pugliese.
Storia della Cattedrale di Bitonto
L’anno di costruzione della Cattedrale di Bitonto è a tutt’oggi sconosciuta. Non è ancora stato trovato nessun documento o testimonianza scritta che ne attesti l’opera di progettazione ed erezione. Tutto ciò che sappiamo deriva dallo studio della cattedrale stessa.
Tra il 1991 e il 1999 venne aggiunto un tassello importantissimo alla storia di questo edificio. Sotto la pavimentazione della navata centrale vennero infatti scoperti i resti di un’antica basilica, datata V-VI secolo. I rilevamenti fanno supporre che questo antico edificio sia sopravvissuto fino all’XI secolo. Ma come fanno a stabilirlo? Dalla scoperta, nello stesso scavo, di un magnifico mosaico risalente proprio all’inizio dell’XI secolo, in epoca normanna, e di resti architettonici che dimostrano l’intenzione, mai compiuta, di costruire un altro edificio sopra l’antica basilica.
Il periodo di costruzione dell’odierna Cattedrale di Bitonto si attesta a cavallo tra XII e XIII secolo, stima realizzata studiando gli stili e le influenze della facciata, degli interni e delle decorazioni.
Facciata della Cattedrale di Bitonto
Edificio intitolato a San Valentino e a Santa Maria Assunta, la Cattedrale di Bitonto ha nella maestosa facciata un elemento di grande pregio.
Due lesene ( pilastri lievemente sporgenti da un muro) poste sulla facciata in corrispondenza dei muri della navata centrale, proiettano all’esterno il movimento delle tre navate.
Il magnifico rosone, posto nella parte alta e centrale della facciata, vede due colonnine sormontate da altrettanti leoni, che insieme reggono l’archivolto del rosone. Sopra spicca la statua di una sfinge: creatura leggendaria con grandi ali, testa umana e corpo leonino.
Il portico e il tema della Salvezza
Il vero protagonista della facciata della Cattedrale di Bitonto è però il portale centrale. Riccamente decorato, rappresenta coi suoi bassorilievi e statue il tema della Salvezza.
L’architrave e la lunetta che lo sovrasta rappresentano insieme la Rivelazione.
Nell’architrave vediamo le quattro scene cardine dell’Infanzia di Gesù, momenti nei quali viene appunta “rivelata” la sua essenza divina.
- Annunciazione, con le figure dell’Arcangelo Gabriele e Maria.
- Visitazione, con l’incontro tra Maria e la cugina Elisabetta.
- Adorazione dei Magi.
- Presentazione al Tempio, cerimonia tenutasi al tempio di Gerusalemme 40 giorni dopo la nascita di Gesù.
Il tema della Salvezza si compie infine con le immagini dell’Anastasi presenti sulla lunetta. Rappresentazione propria dell’arte bizantina, la scena illustra la discesa di Gesù agli inferi e la conseguente liberazione dal peccato delle anime buone, morte prima del suo Sacrificio.
In alto, sugli archivolti, spicca la statua del pellicano. Uccello africano dal lungo becco, viene elevato a simbolo di carità, amore e sacrificio, fino a diventare nella letteratura e iconografia medievale la personificazione di Gesù. Vd. Dante, Paradiso, canto XXV, versi 112-114.
L’origine di questa simbologia deriva dall’immagine del pellicano che, curvando il becco, ciba i propri piccoli. Oggi sappiamo che questo movimento permette ai cuccioli di prelevare il cibo dall’apposita sacca sotto il becco del genitore. Era invece credenza diffusa che egli li cibasse con la sua stessa carne, immagine davvero molto vicina al sacrificio di Gesù sulla croce.
Interno della Cattedrale di Bitonto
La Cattedrale di Bitonto si divide internamente in tre navate. Sulla corsia centrale, in un piano rialzato, si affaccia da entrambi i lato un magnifico matroneo, una galleria cioè riservata alle donne.
Anche qui numerosi sono gli scambi fra la cultura orientale ed occidentale.
Animali fantastici, leoni, scimmie, vegetazione esotica concorrono ad un tema teologico che è quello dell’ascesa dell’uomo verso il bene.
Sulla destra, fra la seconda e la terza arcata, troviamo la calotta della fonte battesimale. Divisa in fasce con intrecci di viticci e palme poggianti su di un piede gigliato è opera del Nicolaus, celebre sacerdote e architetto.
L’Ambone e i bassorilievi del parapetto
L’Ambone, ovvero la balaustra con il leggio, risale sicuramente all’anno 1229, opera anch’esso di Nicolaus. Riccamente intarsiato e decorato, si compone di vari elementi simbolici.
Ai lati le due colonnine sono sormontate da un lato dal bue, rappresentazione di San Luca, e dall’altro dal Leone, simbolo di San Marco. Al centro una figura umana, quella di San Giovanni, sostiene una possente aquila, a sua volta sormontata da un magnifico leggio. Il suo raffinato decoro richiama i modelli siculi, campani e bizantini.
Sul parapetto della scala che va all’Ambone troviamo una lastra triangolare di grande pregio. I bassorilievi rappresentano quattro figure, tre in piedi e una seduta. Nonostante alcuni vi riconoscano la dinastia reale di Federico II di Svevia, altri ipotizzano che sul trono sia seduta una donna. La pettinatura e la corona femminili lo confermerebbero. Essa rappresenterebbe la città di Bitonto nell’atto di porgere lo scettro del potere a un messaggio del re Federico II, che si troverebbe proprio al centro della scena, con una corona in testa.
Il sottosuolo e il mosaico ritrovato
Come detto prima, in riferimento ai recenti ritrovamenti nel sottosuolo dell’edificio, la Cattedrale di Bitonto può fregiarsi di un magnifico mosaico pavimentale ancora perfettamente conservato.
Datato metà XI secolo, esso raffigura un grifo alato, con un fiore che pende dal becco. Animale leggendario con la testa d’uccello e il corpo da leone, simboleggia la natura insieme terrena ( leone) e divina ( aquila) di Cristo.
Composto da tessere di pietra calcarea e marmo, il mosaico utilizza colori molto accesi e vivi. I più usati sono il bianco, il rosso, il grigio, il nero e il giallo.