A circa 2km da Molfetta, in provincia di Bari, troviamo il cosiddetto Pulo di Molfetta.
Si tratta di una dolina, ovvero di una depressione di età cretacea formatasi nel terreno, che qui ha forma ovoidale e misura 600m di perimetro e 30m di profondità.
Com’è la dolina del Pulo di Molfetta
Lungo le pareti verticali del Pulo di Molfetta è possibile notare la presenza di diverse grotte, che disposte a varie quote, risultano essere in parte comunicanti tra loro. Queste grotte si sono formate centinaia di migliaia di anni fa, quando l’acqua vi scorreva abbondante. La sua forza, combinata con l’anidride carbonica, erose la roccia creando non solo queste caverne, ma veri e propri canali all’interno del terreno.
Caratteristica è la Grotta del pilastro, una caverna scavata per interno tranne che per un pilastro di roccia che vi si erge al centro.
Insediamenti umani di 7mila anni fa a Pulo di Molfetta
Nel corso del Novecento sono stati rinvenuti resti di insediamenti umani risalenti all’epoca neolitica. La scoperta di basamenti di capanne nei campi appena fuori la dolina, testimoniano la presenza di un villaggio già 7mila anni fa.
Il ritrovamento di resti animali e di macine fanno supporre si trattasse di una comunità dedita all’agricoltura e all’allevamento. Si frequentava la dolina per cacciare, procurarsi acqua potabile e riunirsi, per eventi religiosi e non, nelle grotte.
Nel villaggio, proprio accanto ai basamenti delle capanne, sono state scoperte più di 50 tombe a fossa, una vera e propria necropoli.
Tra i ritrovamenti figurano inoltre numerosi resti di ceramiche. Queste evidenziano una decorazione tipica di quel periodo chiamata “impressione a crudo”, e una particolarità tale da coniare il termine “tipo Molfetta”.
Monastero dei frati cappuccini
Sul ciglio occidentale del Pulo di Molfetta si erge il monastero Sancta Sanctorum, costruito nel 1536 per ospitare una comunità di frati cappuccini. Per circa 40 anni essi usarono la dolina per coltivare, pregare e probabilmente seppellire i propri morti. Si spiegherebbe solo così la presenza di un ossario con i resti di sei persone nella grotta chiamata “ n°1”.
Una nitriera per la polvere la sparo
All’interno del Pulo di Molfetta sono tante le costruzioni che bisogna attribuire alla vecchia nitriera borbonica. Ma che cos’è esattamente una nitriera? Si tratta di una fabbrica per l’estrazione e la lavorazione del nitrato, indispensabile per la produzione della polvere da sparo.
Nella seconda metà del XVIII secolo, l’abate Fortis e il canonico Giovene scoprono un alto numero di efflorescenze di nitrati all’interno delle grotte della dolina.
Questo ritrovamento spinge il governo borbonico ad autorizzare la costruzione di una nitriera, attirato dalla molteplicità di usi in ambito militare.
Con la rivoluzione francese prima e i decreti napoleonici poi, l’interesse per la nitriera declina rapidamente e la struttura cade progressivamente in rovina.
La natura a Pulo di Molfetta
Oltre all’importanza archeologica e storica del luogo, la dolina è anche un sito naturalistico di eccezionale valore. Essa presenta sia piante autoctone che piante introdotte dall’uomo nel corso dei millenni.
Le colture dapprima erbacee (leguminose e cereali) e poi arboree (vite, mandorlo, olivo, melograno, fico d’india, etc.) hanno progressivamente mutato la vegetazione originaria.
Oggi si trovano infatti specie tipiche della macchia mediterranea, diverse a seconda che ci troviamo sul versante nord o sud.
Il sito non è solo roccia e piante, ma anche vita animale. Sono infatti state individuate cinque specie di pipistrelli, oltre a mammiferi, falchi e lucertole.
Sito archeologico del Pulo di Molfetta
Il sito archeologico del Pulo di Molfetta chiude al pubblico nel 1980, per problemi di stabilità in seguito al terremoto dell’Irpinia. Si deve arrivare alle campagne di scavo del 1997-2003, promosse dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia, per il recupero e la valorizzazione del sito.