Il Resegone, anche chiamato Monte Serrada, svetta coi suoi 1.846m tra Bergamo e Lecco, nel cuore delle prealpi lombarde. Citato più volte anche dal Manzoni nel celebre I promessi sposi, si distingue per la sua particolare forma, con nove punte a fargli da corona. Ed è proprio la sua somiglianza a una grande sega a procurargli il nome Resegone, dal dialetto lombardo “resegon”. Il percorso inizia dal piccolo paesino di Brumano ( 881m), sulle montagne bergamasche. Un sentiero lungo 5 km guida alla vetta del Monte Resegone, in particolare al Rifugio Azzoni, dove una grande croce di ferro ne segna il punto più alto
Il percorso parte subito in salita. Il dislivello è infatti significativo: 1.061 metri di salita sono tanti, e meritano la classe E di difficoltà. Non ci sono però strappi troppo importanti. E’ un costante salire, che a tratti si fa più impegnativo, ma mai troppo. Il primo tratto si svolge tra le campagne e le abitazioni dei paesani. Comincia quindi un sentiero nel bosco, il cui fondo, non regolare, rimane comunque abbastanza semplice da percorrere. Dopo il Rifugio Resegone incontriamo un altro tratto di bosco molto suggestivo, con un fondo morbido e un dislivello poco pronunciato. Ancora poche centinaia di metri e la pendenza si fa più intensa salendo velocemente di quota. Gli alberi, così fitti fino a poco tempo fa, si diradano fino a sparire, e il fondo, sempre più sassoso, rende gli ultimi 600m di salita i più impegnativi.
Un solo colpo d’occhio abbraccia i laghi di Como, lago di Annone e di Pusiano, circondati dalle loro grandi città e da colline ricoperte di fitti boschi. Lo sguardo copre decine se non centinaia di chilometri, e la sensazione è proprio quella di trovarsi in cima al mondo, sopra tutto e tutti, in un luogo davvero unico. Un sentiero dall’aspetto decisamente impervio risale lungo il versante lecchese del Resegone: un altro percorso, questa volta da Lecco, raggiunge infatti il Rifugio Azzoni, in una sfida che per fondo e pendenza sarebbe risultata più impegnativa rispetto a quella appena affrontata. La presenza di un rifugio in questo luogo isolato risale ai primi del ‘900, quando un abitante di Brumano costruì una baita per cacciatori e pastori. Dopo diversi migliorie, durante la Seconda Guerra Mondiale, la struttura venne distrutta da un rastrellamento perchè sede di un comando di partigiani, finchè negli anni Cinquanta venne ricostruita, diventando come oggi un importante punto di accoglienza per gli escursionisti.
Per chi volesse approfittare del Rifugio Azzoni per un buon pasto caldo consiglio di prenotare, soprattutto se è domenica. Lo stesso vale per coloro che desiderano rimanere lì per la notte, anche se i posti letto non mancano.
Segnaletica
La segnaletica è chiara e abbondante. Bisogna inizialmente seguire per il Rifugio Resegone, e una volta raggiunto, continuare verso il Rifugio Azzoni. L’unico dubbio potreste averlo a qualche centinaio di metri dall’inizio, davanti a un cartello che indica il Rifugio Monzesi: ignoratelo e proseguite sul tornate asfaltato.Il paesaggio
Molto suggestivo fin dai primi passi. L’ampia visuale sulle colline circostanti, il bosco, la presenza sporadica di abitazioni, e i brevi quanto affascinanti scorci sulle vallate e le cime intorno, vi faranno sentire completamente immersi nella natura. Nell’ultimo tratto il paesaggio cambia completamente, e quando arrivati in vetta si guarda dall’altra parte lo spettacolo è mozzafiato.Ora manca solo la discesa, per la quale vi servirà circa un’ora e mezza.
Assolutamente una bella giornata da ricordare e raccontare agli amici.
Dati tecnici
2 risposte
Ciao,sono un appassionato di montagna ma da fare in bici da corsa.
Volevo sapere se il monte Resegone si può fare in bici.Grazie Alessandro da Treviso
Buonasera Alessandro, sinceramente non credo, non ci è mai capitato di vedere persone in bici anche perchè alcuni punti sono su sassaia ed è faticoso già a piedi. Almeno quello descritto in questo articolo credo non sia fattibile.. non so se ci sono altri percorsi.
Mi spiace non esserti molto d’aiuto.
Grazie
Vincenzo